28 giugno 2012

Un sasso,una vita

Ho letto queste parole da qualche parte ed ho subito pensato a voi...

"Un masso sulla strada.

Il distratto vi inciampò.

Il violento se ne servì come proiettile...

L'imprenditore la utilizzò per costruire.

Il viandante ne fece sedia per riposare.

Per i ragazzini divenne un giocattolo...

Il poeta ne trasse ispirazione.

Davide la rese leggenda e
Michelangelo ne tirò fuori la più bella delle sculture.

In ogni storia, la pietra non ebbe meriti.

Fu l'uomo a fare la differenza.

Non esiste un sasso nel tuo cammino del quale tu non possa
fare motivo di crescita."


23 giugno 2012

Una possibile costruzione di tenchinage

In questo piccolissimo scorcio del lavoro di un mese intero, è possibile intravedere un discorso didattico che io trovo molto interessante.

Ovviamente ci sono piccolissimi input e nell'arco di un mese, per ogni step è stata proposta una miriade di esercizi differenti.

Nel clip non compare il lavoro sulle cadute, per esempio, come non si vede tutta l'area delle applicazioni e delle proposte a variabile crescente.
Giusto giusto lo strumento...
Ma costruito pezzo pezzo, lasciando che sia l'allievo ad assemblare i pezzi per ricavare il tutto.
Una sorta di tecnica Ikea.
Ma con materiali di tutto rispetto.
Ed al posto del foglietto di istruzioni, quasi sempre incomprensibile, un insegnante che ti sorveglia passo passo...



20 giugno 2012

La Forma, l'Essenza ed il Caotico Tubo

Proprio recentemente, giù al Dojo, si chiacchierava di Forme e Biomeccanica.

La discussione era nata da una delle classiche domande da era post Youtubiana, la tipica "Perché il maestro Pinco Pallesio fa Kotegaeshi così ed il maestro Franfillicchio lo fa cosà???"

L'avvento del tubo ha portato tanta informazione, lo ammetto.
Io in primis me ne servo sia per vedere che per essere visto, tanto per chiarire...
Però è anche vero che spesso tanta informazione non filtrata può generare un caos tremendo ed un mucchio di confusione in testa agli allievi.





Uno dei miei, per esempio, che qui chiamerò "Il Tagliaerbe", passa la vita con la testa infilata nel monitor, rimbalzando da un decennio all'altro, alla ricerca di qualche dimostrazione che non ha ancora imparato a memoria.




Per contro, una cosa è chiara dal primo istante in cui digiti "Aikido" su qualunque sito di hosting video: non troverai uno che sia uno Shihan che utilizza delle forme identiche ad un altro Shihan.

Moda? Forse.
Eccesso di personalità? Probabilmente.
Marketing? Anche.

Ma, secondo me, il più delle volte un problema di background.
Ognuno sceglie delle forme che siano in sintonia col suo vissuto, con le sue esperienze e con ciò che vuole ottenere dai suoi allievi.

Ciò che disarma ancora di più è che tutte sono giuste e perfettamente logiche!!!





Certo, a me può sembrare più congeniale una forma in rotazione piuttosto che una in avanzamento, ma è una scelta mia, una questione di feeling, per dirla alla Cocciante, e non una definizione oggettiva di ciò che è meglio e ciò che è peggio.

Indipendentemente dalle forme scelte, però, esiste un sapere ancestrale dell'Uomo che è un sottofondo per ogni attività fisica.
Nella Scherma e nel Basket, nella Pallavolo e nel Budo, il corpo umano è formato sempre allo stesso modo.
Due braccia e due gambe, una testa ed una colonna.
A meno di non giocare lo Space Jam, ma quella è un'altra cosa...




E la maniera di muovere il corpo è ottimizzata in maniera identica, secondo principi che non sono soggetti ad interpretazione, perché pura fisica del movimento, perché scienza del gesto nello spazio, dell'organizzazione del corpo nell'azione.

Si chiama "Biomeccanica".

Facciamo un esempio.

Col termine "Postura" si intende l'utilizzo corretto della combinazione "gravità-posizione del corpo".

Una corretta postura è data da spalle basse e rilassate, busto aperto, testa dritta, mento retratto, gomiti chiusi, ginocchia rilassate e bacino basculante.





Questa posizione permette di massimizzare l'utilizzo del peso naturale del corpo, conservando lo stato di rilassamento/mobilità e connettendo perfettamente l'asse del corpo con il centro della Terra.

Significa che quando il mio ukè cerca di muovermi, la sua forza viene scaricata al suolo e la sua impressione è quella di spingere un armadio a 4 ante.
Pieno di vestiti.
Con degli enormi specchi sul davanti.

Significa che quando prendo contatto con un suo attacco, se mantengo la corretta postura lui avrà l'impressione di un pianoforte a coda che, d'un tratto, gli si materializza addosso.
Che non è proprio una situazione comodissima dalla quale attaccare ancora...





Questo è valido INDIPENDENTEMENTE dalla forma scelta.
Che io decida di utilizzare Ikkyo con un TenShin o in controanca, la postura corretta resta identica e massimizza comunque la mia forza peso.

Così come nel Basket si lancia a gomiti chiusi, schiena dritta e ginocchia morbide.
Esattamente lo stesso assetto con cui si riceve nella Pallavolo...




Ma c'è di più.
Se il mio stato mentale è corretto, vale a dire tranquillo e vigile, senza pensiero e pronto a reagire, spesso prendere una buona postura basta di per sé a terminare l'attacco.
Basta da solo a controllare uke, senza che sia necessario applicare alcun kata.

Il test è semplice: provate a praticare iriminage mantenendo una correta postura e poi mi direte.
Spesso non avete bisogno di chiudere la proiezione: Uke crolla molto, molto prima.

Dunque la domanda nasce spontanea:
la conoscenza di cui vogliamo appropriarci è unicamente la memorizzazione di QUELLE forme di QEL maestro, o vogliamo apprendere ad utilizzare il nostro corpo e la nostra mente, al di là delle forme scelte sera per sera?

E' sufficiente coprire l'area "kata" per essere certi di cammiare lungo la Via che abbiamo scelto?


15 giugno 2012

Qualche video dal Cinquantesimo

Il venerdì è mezza festa? E festeggiamo!
Un pò di Aikido interessante, fresco fresco dal 50esimo All Japan, cotto e mangiato per voi!^_^



poi dicono che le donne sono il sesso debole...




Sempre centrato, con un timing mai eccessivamente in anticipo, ampio e naturale nei movimenti.
Qualcuno potrebbe dire che non era proprio lo specchio della tranquillità interiore, ma le malelingue non muoiono mai...






Non amo la pratica dell'attuale doshu. Ecco l'ho detto. Mi sento più leggero, adesso.
Ma per contro, credo che il prossimo ci riserverà qualche sorpresa...




questo invece, secondo me, è umiliante.
Suzuki Toshio è un ottimo praticante ed un istruttore dell'Hombu col 4th dan, che è sufficientemente esperto e conosciuto da tenere stage al di fuori del Giappone. Ma non è sufficientemente rispettato da permettergli di fare un Embukai libero???Devono dirgli dal microfono cosa fare????

14 giugno 2012

I Libri, Morihei e la Saggezza d'Oriente

Quando ero bambino, ricordo che mio padre ci portava spesso in libreria.
Mi ricordo che all'inizio mi annoiavo a morte, non potendo toccare niente o sfasciare qualcosa liberando il mio istinto da Unno.
Ma dopo un po' cominciai a prenderci gusto.
L'odore dell'inchiostro stampato, dei quintali di carta, i colori delle copertine, i disegni e le foto...




La libreria è diventata da sempre una mia tappa fissa ogni volta che cazzeggio per strada, ed è quasi impossibile che non entri se ne incontro una inaspettatamente mentre sono giù a fare altro.

Molti anni fa, in epoca preinternettiana, che oggi uno si immagina poco differente dall' alto mesolitico, beccai in un microscaffale dedicato alla "Saggezza d'Oriente" una biografia di Morihei, occultata tra un "Guida ai canti indù" e ad un "Guarire con le caccole di Yak".

Ricordo di averla letta una serie di volte e di aver pensato, ogni volta che finivo l'ultima pagina, che O Sensei, in verità, fosse nient'altro che un pazzoide schizofrenico e visionario.



Uno che non ripete mai due volte la stessa tecnica, è un pazzoide.
Uno che spiega per allegorie mistiche è un visionario.
Uno che sale su un treno solo per scenderne un attimo prima della partenza, è un folle da rinchiudere...

Oppure è uno che la sa lunga.
Uno che ha ben chiaro cosa vuole fare e ne pensa una al giorno per arrivare dove si è prefissato.
Oggi la vedo così.
Anni di insegnamento, di studi sulla didattica e sulla filosofia alla base della pratica mi hanno portato a cospargermi il capo di cenere ed a ricredermi, chiedendo scusa a Morihei per averlo giudicato insano invece che geniale.



Se non vuoi che la gente si applichi sul gesto, ma che si concentri sull'attimo, non devi mai fargli rivivere lo stesso momento, non devi mai ripetere la stessa identica forma.
Se vuoi lavorare sull'attitudine più che sulla memorizzazione, non devi dire loro cosa fare, devi dare un'immagine che li faccia sentire in un determinato modo.
E devi inventarne ogni volta di più assurde per spezzare i loro schemi mentali, come un kohan, ma vivente.




Probabilmente le sue soluzioni furono assolutamente estreme, soprattutto in virtù del fatto che viveva nel Giappone del secolo scorso.
O forse forino tanto estreme PROPRIO perché viveva in quel contesto.

Solo mi chiedo: guardando O Sensei....com'è che oggi ci troviamo a questo punto??

Come è possibile che giù in strada la gente sia convinta che l'Aikido sia qualcosa da "sapere", piuttosto che un modo di "essere"?

Marketing. Questa è la risposta.




Perché chi ha deciso di essere Aikido ha intrapreso un cammino verso la libertà.
Che non vuol dire che fa il cazzo che gli pare, sia ben chiaro.
Vuol dire cominciare a pensare al di là dei preconcetti.
Vuol dire mettere in discussione le cose più elementari e fare delle scelte che molti non comprenderanno.
Ma  vuol dire anche pensare con la propria testa e sentire con il proprio cuore.
Scegliere, senza permettere che altri lo facciano per noi.
E come lo tieni al guinzaglio uno così???

11 giugno 2012

Aikido F.A.Q. (In aggiornamento)

Qualche domanda di quelle che capitano di sovente.
Le risposte sono serie, ma con un lieve tocco di ironia.
Se avete da aggiungere, commentate che aggiorniamo!


"L'Aikido funziona se ci aggrediscono per strada?"
Nulla funziona. Nemmeno una pistola, quando ti beccano all'improvviso. Nonostante questa premessa, l'Aikido può tornare utile in una rissa in vari momenti: mantenendo i sensi vigili PRIMA di arrivare alle mani, reagendo in maniera rapida ed istintiva DURANTE, fosse anche solo per schivare un cazzotto, e donandoti un po' di fiato per fuggire, DOPO. Tutto dipende da come ti alleni.
Ovviamente se non vuoi sudare un po',essere costante negli allenamenti e farti sbatacchiare qua e là di tanto in tanto, non puoi pensare che la tua pratica abbia qualche attinenza con la lotta.

"L'Aikido è una filosofia?"
L'Aikido è una strada per l'autoconoscenza. Significa che è roba che bene o male porta a riflettere. Per chi non è abituato o non ha la dotazione adatta, già solo questo è filosofia.




"Ci si fa male in Aikido?"
Normalmente no. Se non si considera dolore un pò di acido lattico, qualche dolenzia tendinea qua e là, e qualche lividura sugli avambracci.



"L'Aikido è un'arte di difesa o di attacco?"
Pasta e fagioli è carboidrato o proteina?
Una canzone è musica o testo?
L'Aikido è difesa ED attacco. Molto spesso fuse in un unico movimento.

"L'Aikido usa leve articolari?"
Il corpo si muove tramite catene di leve articolari.
Dunque tutto ciò che è azione avviene tramite leve.
Nel linguaggio comune, si parla di leva intendendo tecniche controarticolari.
L'Aikido non ne usa.
Utilizza  disequilibri e controllo del centro.

"Nell'Aikido si impara a difendersi contro avversari armati ed attacchi multipli! E' la migliore arte marziale del mondo!???"
Nell'Aikido ci sono esercizi con più compagni ed altri con attrezzi da allenamento che simulano bastoni e coltelli.
Servono a prendere una consapevolezza specifica del controllo della tempistica e delle distanze.
Non esiste un'arte marziale migliore di un'altra.
E nulla potrà renderti un superuomo.

"L'Aikido è una disciplina testosteronica o possono partecipare anche le donne?"
L'Aikido è per tutti. E, che ci crediate o meno, esalta la femminilità, non la ingoffisce come si vede altrove.

"Posso fare il figo con le ragazze sul tappeto, quando divento cintura nera?"
Solo finchè il tuo insegnante non se ne accorge.
Dopo non sarà più così divertente.

"Perché ci sono varie scuole di Aikido?"
L'Aikido è un'arte. Ogni essere umano ha la sua espressione peculiare dell'arte. Che non vuol dire che fa quel cazzo che gli pare, ma solo che il suo fisico, la sua sensibilità,le sue esperienze e quello che cerca nella pratica caratterizzano il suo modo di farlo.
Gli allievi del Fondatore in alcuni casi svilupparono caratterizzazioni così marcate nella visione tecnica, ed ancor di più nelle scelte didattiche, da dare vita a correnti ben specifiche, che per ragioni politiche hanno dovuto aggiungere un aggettivo al nome "Aikido".

"L'Aikikai di Italia, o di Spagna o del Belgio, sono filiali dell'Aikikai di Tokyo nelle nazioni straniere?"
Nemmeno per il ceppo. Sono associazioni o enti costituiti secondo le leggi locali, che tramite il rapporto con questo o quello shihan, danno la possibilità ai propri iscritti di un riconoscimento di gradi dall'Aikikai di Tokyo.
Come se fossi andato lì a prenderlo in Giappone, seguendo le lezioni lì ogni giorno ed allenandoti con i futuri professionisti dagli occhi a mandorla.
Così c'è scritto sul diplomino.
Ma in realtà non ci sei andato.
E lo sanno tutti.

Esiste un Aikido "regolare" ed un Aikido "tarocco"?
No. Esiste l'Aikido, punto.
Ed esistono insegnanti che hann studiato, che in genere sono quelli che continuano a farlo, e gente, che si fa chiamare "maestro", che non lo ha fatto, che sicuramente non inizierà ora.


Esiste un Aikido "Tradizionale"?
No.
Il Fondatore ha mostrato cosa fosse per lui l'Aikido ed in cosa si differenziasse dai suoi progenitori, l'Aikijujutsu ed il Kenjutsu, definendolo in base all'attitudine del praticante e non in base ad un programma tecnico.
Che non ha MAI dato.
I suoi allievi ne hanno creati diversi per poter definire un percorso di allenamento.
Ma che nascono già in un secondo momento e dunque non sono né tradizionali né immutabili.

"Quale maestro scegliere?"
Quello che ci sembra più chiaro quando spiega, quello che ci fa sentire più a nostro agio e quello che ha un rapporto alla pari con i suoi allievi.
Lo stile è una scelta di gusto. Non ce n'è uno migliore in assoluto.
Il grado vuol dire poco o niente. Spesso solo gli anni trascorsi iscrivendosi regolarmente presso il proprio ente. Poco a che vedere con l'abilità nel fare e niente del tutto con la qualità nell'insegnare.
Ma soprattutto stai lontano da chi dice che gli altri sono incapaci, eretici e fallaci, da chi vuole asservirti, sottometterti con la scusa del "rispetto", da chi ti chiude gli occhi e la bocca zittendo le tue domande e da chi chiude le porte e non ti permette di confrontarti con l'esterno.

2 giugno 2012

Saku Dojo Embukai 2006

Non solo il video è molto molto interessante, ma è sorprendente che,assieme a tutti gli uke di Endo Sensei, in primis Ariga San, ed ai suoi allievi di vecchia data, come Matti Joensuu, dimostrino per il Saku Dojo anche Philippe Gouttard Sensei e Frank Noel Sensei.

Se non vi piace il video, siete della truppa dei masochisti che adorano essere seviziati.
Sappiatelo.
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SAKU EMBUKAI 2006