Ricordo che quando ero bambino passavo spesso le mattinate senza scuola a casa della nonna.
Mi ricordo gli odori di ragù che impregnavano l'aria dalle 9 del mattino ed i cumuli di bucce di frutta e verdura sul piano da lavoro.
E ricordo come colonna sonora quotidiana il vociare della cuoca di turno che illustrava succulente e complicate ricette alle casalinghe.
Guardare un programma di cucina mentre cucini è un po' come ascoltare un cd mentre stai suonando o guardare un film hard mentre fai l'amore...
Più che altro crea atmosfera, ma non lo segui veramente.
Mi colpiva sempre la frode della presentatrice che proponeva un piatto di quelli che "lèvati!", da improvvisare in due minuti, elencando tra gli ingredienti qualcosa che di per sè richiedeva ore di lavoro.
"Prendete una pastafrolla a forma di cestino..."
Minchia!
"Prendete un vasetto di crema di funghi ed asparagi condita con marsala!"
Stica!
"Ora aggiungete un po' di
Vichyssoise precedentemente preparata..."
Seeee!
Insomma: due minuti per chiudere in bellezza i 120 ai fornelli del giorno precedente!!!
Come se dicessi "Ti rendo campione di nuoto in due minuti: hai un minuto e trentanove secondi netti per fare duecento metri a stile libero, e ti restano pure ventuno secondi per riposare..."
Chissà perché,ogni volta che dedico qualche sessione di keiko ai programmi d'esame, mi viene in mente quel programma di cucina.
Credo sinceramente che i nostri kihon waza siano un po' fraudolenti, come,se non più delle ricette della presentatrice di 30 anni fa.
Katadori menuchi Ikkyo.
Prendiamo un esempio lampante.
Quanti elementi costituiscono questo kata?
La presa con la corretta distanza, lo Shomen, il Tenkan, il Deai su Shomenuchi, Kibadachi, Tsuki ed infine Katadori Ikkyo, con immobilizzazione in Suwari waza
Se cambiamo uno solo di questi elementi il kata cambia aspetto.
Se uke afferra tirando verso il basso, invece che spingendo, tutto il resto acquista nuova logica e, probabilmente (SICURAMENTE!) richiede variazione ed adattamento.
Adattamento può significare che invece del Tenkan, la situazione richieda un Tenshin.
O che invece dello tsuki, possa servire un gyaku yokomen...
Voglio dire: ci si adatta pescando comunque da un pacchetto di azioni previste dall'Aikido, mica sto parlando di fare il triplo salto mortale!
Eppure questo cambiamento è una delle radici della diffusa xenofobia aikidoistica.
"Noi facciamo Ikkyo col passo in avanti, loro lo fanno in controanca. STAGLI LONTANO!!!Potrebbero mischiarti!!"
"Noi facciamo Ushiro waza scendendo, loro lo fanno col kaiten! Scegli: O NOI O LORO!"
Ora, è chiaro che una mente labile con un idiota intorno resta tale sempre e comunque.
Hai voglia a metterci cioccolato, una mutanda non diventerà mai un profitteroles.
E ci siamo.
Ma mi chiedo: non è che i nostri kata sono talmente tanto articolati che creano fin troppo facilmente differenze e pregiudizi?
Mi domando: il kihon, le basi, per loro definizione, non dovrebbero essere l'elemento costituente di tutto il resto?
Il mattone semplice con cui costruire tutto?
Nel Karate la base è Tsuki, non tsuki in risposta a maegeri o a uraken.
Nel Judo la base è Ippone Seoi, non Ippon Seoi in risposta a presa al bavero, al polso al collo o da shomen.
E noi, siamo davvero sicuri che Katamen Ikkyo, o Katadori Ikkyo o Katatedori Ikkyo, possano considerarsi delle basi?
Sono essi gli elementi minimi con cui poter lavorare il resto?
Gli Atomi, i "non più scindibili"?
Ovvio che no.
E mi chiedo: potremmo dedicarci di più agli elementi costituenti, esaminandoli a fondo e padroneggiandoli perfettamente e considerare QUESTI come basi?
Quanto tempo a lezione dedichiamo al suburi di Shomen a mano nuda?
Quanto al Kibadachi?
Quanto allo tsuki ed alla corretta distanza nella presa?
Forse non abbastanza...forse siamo troppo presi dal quadro per pensare ai colori...
Ma una volta che un allievo ha in mano i colori, non è forse pronto a cimentarsi con i quadri, qualunque essi siano?
Sto disegnando una nuova idea di base, qualcosa che possa considerarsi elemento costituente di qualunque programma didattico, indipendentemente dal metodo, dalla scuola o dal maestro.
Restate sintonizzati, ne vedrete delle belle...;)