29 giugno 2011
27 giugno 2011
Con gli occhi di Luis Mochon
Con QUESTE parole, Luis racconta il Seminario di Granada.
Non lasciatevi intimorire dalla lingua, si capisce tutto senza problemi!;)
Non lasciatevi intimorire dalla lingua, si capisce tutto senza problemi!;)
26 giugno 2011
La Vittoria,la Vita e la Libertà
"Ma è meglio l'Aikido o il Free Fight?"
"Ah, tu fai Aikido? Anche io una volta ho fatto Kick Boxing!"
"Ma come?In Aikido non fate gare??"
Quante volte? Dieci, trenta? Innumerevoli....
E cosa gli rispondiamo?
Il tempo mi ha reso sprucido, lo ammetto.
"E' meglio il latino americano...almeno si rimorchia".
Oppure "Davvero? Pensa che mio zio gioca a Bowling!!"
Vogliamo una volta e per tutte, con un attimo di calma, concertare cosa rispondere all'ignorantone di turno che ci fa sempre le stesse domande?
OK, cominciamo.
DIFFERENZE TRA BUDO E SPORT: (rullo di tamburi e tadaaaaaaaa di sottofondo)
Livello Atletico:
Non c'è una data fissata per lo scontro e non si può essere sempre al top fisicamente, pena logoramento del sistema scheletrico.
Si sceglie una preparazione atletica di livello medio, conservabile per lunghi periodi, ed una selezione di risorse NON deteriorabili nè deterioranti.
Livello Tecnico:
Non esistono regole.
Nel senso più ampio possibile, attenzione!
Non sto parlando solo di limitazioni sui colpi, ma anche di nessuna regola sulla tipologia del luogo, sull'ora,sul numero di attaccanti o sulle armi.
Niente etica o morale,dunque.
Quindi impossibilità di specializzarsi in un'area predefinita, concezione differente della distanza, dello sguardo, della guardia,della postura.
E soprattutto, una sensazione costante di pericolo perchè tutto è imprevedibile.
Livello Mentale:
Vittoria o sconfitta non esistono, perchè non c'è pubblico nè premiazioni.
Esiste Vita o Morte.
All'inizio, la paura della morte ci porta a cercare di capire cosa possiamo fare per sopravvivere e soprattutto, contro cosa dobbiamo sopravvivere.
Come possiamo essere proiettati, colpiti o immobilizzati e con quali armi possiamo essere attaccati.
Cosa succede quando c'è più di un avversario e come comportarsi quando siamo presi alla sprovvista o in momenti di debilitazione.
Finchè non capiamo che è impossibile prepararsi ad OGNI eventualità.
Il nemico smette di essere l'attaccante e compare dentro di noi: è la Paura di morire.
L'obiettivo si sposta: ci alleniamo contro di essa per poter convivere con l'idea di essere uccisi e di perdere tutto.
E comprendere il Non attaccamento è l'unica via per deridere la Paura. E' l'unica Via per diventare veramente liberi.
Lo sport crea attaccamento.
Alla condizione fisica, all'ebbrezza della vittoria, all'immagine che il pubblico ha di noi.
Il Budo crea non attaccamento, non dipendenza e non possesso.
Non possesso della tecnica,dell'addominale spaccato, del clamore della gente e della nostra stessa vita.
Non puoi aver paura di perdere ciò che non possiedi.
E se smetti di preoccuparti di poter perdere tutto, la visione della vita cambia completamente.
Lo sport è la via verso una possibile vittoria.
Il Budo è un cammino verso la Libertà.
"Ah, tu fai Aikido? Anche io una volta ho fatto Kick Boxing!"
"Ma come?In Aikido non fate gare??"
Quante volte? Dieci, trenta? Innumerevoli....
E cosa gli rispondiamo?
Il tempo mi ha reso sprucido, lo ammetto.
"E' meglio il latino americano...almeno si rimorchia".
Oppure "Davvero? Pensa che mio zio gioca a Bowling!!"
Vogliamo una volta e per tutte, con un attimo di calma, concertare cosa rispondere all'ignorantone di turno che ci fa sempre le stesse domande?
OK, cominciamo.
DIFFERENZE TRA BUDO E SPORT: (rullo di tamburi e tadaaaaaaaa di sottofondo)
Livello Atletico:
Non c'è una data fissata per lo scontro e non si può essere sempre al top fisicamente, pena logoramento del sistema scheletrico.
Si sceglie una preparazione atletica di livello medio, conservabile per lunghi periodi, ed una selezione di risorse NON deteriorabili nè deterioranti.
Livello Tecnico:
Non esistono regole.
Nel senso più ampio possibile, attenzione!
Non sto parlando solo di limitazioni sui colpi, ma anche di nessuna regola sulla tipologia del luogo, sull'ora,sul numero di attaccanti o sulle armi.
Niente etica o morale,dunque.
Quindi impossibilità di specializzarsi in un'area predefinita, concezione differente della distanza, dello sguardo, della guardia,della postura.
E soprattutto, una sensazione costante di pericolo perchè tutto è imprevedibile.
Livello Mentale:
Vittoria o sconfitta non esistono, perchè non c'è pubblico nè premiazioni.
Esiste Vita o Morte.
All'inizio, la paura della morte ci porta a cercare di capire cosa possiamo fare per sopravvivere e soprattutto, contro cosa dobbiamo sopravvivere.
Come possiamo essere proiettati, colpiti o immobilizzati e con quali armi possiamo essere attaccati.
Cosa succede quando c'è più di un avversario e come comportarsi quando siamo presi alla sprovvista o in momenti di debilitazione.
Finchè non capiamo che è impossibile prepararsi ad OGNI eventualità.
Il nemico smette di essere l'attaccante e compare dentro di noi: è la Paura di morire.
L'obiettivo si sposta: ci alleniamo contro di essa per poter convivere con l'idea di essere uccisi e di perdere tutto.
E comprendere il Non attaccamento è l'unica via per deridere la Paura. E' l'unica Via per diventare veramente liberi.
Lo sport crea attaccamento.
Alla condizione fisica, all'ebbrezza della vittoria, all'immagine che il pubblico ha di noi.
Il Budo crea non attaccamento, non dipendenza e non possesso.
Non possesso della tecnica,dell'addominale spaccato, del clamore della gente e della nostra stessa vita.
Non puoi aver paura di perdere ciò che non possiedi.
E se smetti di preoccuparti di poter perdere tutto, la visione della vita cambia completamente.
Lo sport è la via verso una possibile vittoria.
Il Budo è un cammino verso la Libertà.
25 giugno 2011
AikidoVivo: Adaptive Martial Training....
...che è la frase che ho fatto scrivere sulle T-Shirt del dojo, tra l'altro, indica perfettamente il campo di studi del seminar che Luis ed io abbiamo tenuto a Napoli ed a Granada.
Chi c'era si è divertito un casino. Chi ha segato, recupererà e si divertirà pure lui la prossima volta, più degli altri, perchè ancora non sa cosa lo aspetta.
Per rovinargli un pò la sorpresa, dunque, e fargli pagare giusto un pò il fatto di aver bigiato, ecco il video del doppio appuntamento.
Tiè, così imparate! ;)
Chi c'era si è divertito un casino. Chi ha segato, recupererà e si divertirà pure lui la prossima volta, più degli altri, perchè ancora non sa cosa lo aspetta.
Per rovinargli un pò la sorpresa, dunque, e fargli pagare giusto un pò il fatto di aver bigiato, ecco il video del doppio appuntamento.
Tiè, così imparate! ;)
21 giugno 2011
Musubi Aikido Granada
Ci sono volte nella vita in cui ti senti fuori posto.
Situazioni in cui ti guardi intorno, vedi occhi, posti e ascolti parole che non ti appartengono, che ti fanno continuamente chiedere cosa ci fai lì.
Questo, a Granada non è successo. Mai, nemmeno un momento.
Mi sono sentito a casa con Luis Sensei (che se non avete ancora incontrato sul tatami,fatevi un favore: affrettatevi a farlo!) mi sono sentito a mio agio tra i vicoli dagli arabi aromi della città, con i ragazzi, spagnoli nella lingua ma così napoletani nel calore e nell'attitudine che mi hanno fatto capire cosa si intende per "stirpe latina".
E soprattutto mi sono sentito a mio agio nel dojo, dove trenta cinture nere mi hanno accolto con una preparazione ed un entusiasmo travolgenti, che mi hanno portato ad esprimere un Aikido talmente tanto Vivo che non si smetteva più di ridere, praticare e scoprire cose nuove.
Grazie a Daniele, che mi ha accompagnato in questa avventura.
A Rafa ed Anna, una coppia splendida, che presto aprirà un dojo a Barcellona.
Al giovane Luichi, che mi ha fatto da uke nelle mie proposte più pazze.
Ad Ana, persona dalla grande cultura e dalla grande sensibilità.
ATete, monumento nazionale spagnolo.
A Paloma, dallo scatto sopraffino, artefice di una meravigliosa torta al cioccolato.
A Samurai Life, per la fighissima T-Shirt.
Ad Oscar, per le belle parole e tutte e 23 tecniche provate insieme sul tatami.
A Rafel, Raquel, Pablito, David e tutti coloro che si sono lanciati a capofitto in una pratica molto diversa dal solito.
Un ringraziamento speciale a Nieves, giovane di età, ma profondamente matura nello spirito, guerriera, simpatica amica e,soprattutto, persona ancora capace di sognare.
Ovviamente il mio abbraccio più grande va a Luis, che col suo cuore e la sua forza ha permesso tutto questo.
Gracias,Hermano.
(PS: Sicuramente ho dimenticato qualcuno....perdonate la mia distrazione, ma chi mi conosce sa che è nel personaggio....;) Grazie anche a voi, che mi verrete in mente in nel pomeriggio!)
Situazioni in cui ti guardi intorno, vedi occhi, posti e ascolti parole che non ti appartengono, che ti fanno continuamente chiedere cosa ci fai lì.
Questo, a Granada non è successo. Mai, nemmeno un momento.
Mi sono sentito a casa con Luis Sensei (che se non avete ancora incontrato sul tatami,fatevi un favore: affrettatevi a farlo!) mi sono sentito a mio agio tra i vicoli dagli arabi aromi della città, con i ragazzi, spagnoli nella lingua ma così napoletani nel calore e nell'attitudine che mi hanno fatto capire cosa si intende per "stirpe latina".
E soprattutto mi sono sentito a mio agio nel dojo, dove trenta cinture nere mi hanno accolto con una preparazione ed un entusiasmo travolgenti, che mi hanno portato ad esprimere un Aikido talmente tanto Vivo che non si smetteva più di ridere, praticare e scoprire cose nuove.
Grazie a Daniele, che mi ha accompagnato in questa avventura.
A Rafa ed Anna, una coppia splendida, che presto aprirà un dojo a Barcellona.
Al giovane Luichi, che mi ha fatto da uke nelle mie proposte più pazze.
Ad Ana, persona dalla grande cultura e dalla grande sensibilità.
ATete, monumento nazionale spagnolo.
A Paloma, dallo scatto sopraffino, artefice di una meravigliosa torta al cioccolato.
A Samurai Life, per la fighissima T-Shirt.
Ad Oscar, per le belle parole e tutte e 23 tecniche provate insieme sul tatami.
A Rafel, Raquel, Pablito, David e tutti coloro che si sono lanciati a capofitto in una pratica molto diversa dal solito.
Un ringraziamento speciale a Nieves, giovane di età, ma profondamente matura nello spirito, guerriera, simpatica amica e,soprattutto, persona ancora capace di sognare.
Ovviamente il mio abbraccio più grande va a Luis, che col suo cuore e la sua forza ha permesso tutto questo.
Gracias,Hermano.
(PS: Sicuramente ho dimenticato qualcuno....perdonate la mia distrazione, ma chi mi conosce sa che è nel personaggio....;) Grazie anche a voi, che mi verrete in mente in nel pomeriggio!)
20 giugno 2011
Granada....
Un'esperienza stupenda, che ha arricchito la mia mente, il mio cuore ed il mio aikido.
Scriverò un post, ma per ora lasciatemi dire solo
GRATIAS.
Scriverò un post, ma per ora lasciatemi dire solo
GRATIAS.
16 giugno 2011
L'ultima chicca
A cadenza annuale ogni shihan propone una nuova chicca su cui lavorare.
In teoria questo significherebbe sviluppo...
L'idea di base è buona: dettano i principi che individuano la loro visione dell'arte e ne mostrano ogni anno nuove implicazioni.
Non male, assolutamente..
Se queste applicazioni speso e volentieri non contraddicessero i principi di base!
Se ogni shihan non proponesse la SUA visione della chicca proposta dal suo collega, spacciandola come roba sua e rassicurando i suoi "clienti" sul fatto che "questa roba la facciamo pure noi".
Il punto è che col tempo lo studio dei principi cade nel dimenticatoio. Lo shihan smette di insegnarli e applicazione dopo applicazione li perde nell'oblio del tempo.
Certo, il suo corpo si muove sempre attraverso quei principi! E ci mancherebbe altro dopo decenni di allenamento!
Ma il suo insegnamento punta ad altro.
E anno dopo anno cerca la nuova "chicca", l'ultima "evoluzione" e spesso e volentieri, l'ennesima "masturbazione mentale".
Chi comincia a seguire uno shihan quando lui ha smesso di insegnare i principi non ha più possibilità di capirci una mazza.
Prende template su template senza avere il programma di base per farli funzionare...
Cerca nella preparazione atletica la chiave per poter applicare la chicca allontanando se stesso ed i suoi allievi in maniera irreparabile dai principi.
E comincia a misurare il grado di "allievità" dal numero di chicche conosciute.
"Io ho l'aggiornamento del maestro 4.0", "See, ancora?? Qui è uscito l'aggiornamento 4.0.2!!! Io sono più allievo di te!"
"See, voi state al 4?? Io sto al 5.0 versione beta!!!"
E nessuno ha l'iphone su cui installarli....
Il bello è che questo apre una sorta di gara fra collezionisti di aggiornamenti!
Mancare ad uno stage del maestro ti fa passare ad allievo di serie B....
RISCHIERESTI???Mai!
E giù con la corsa pazza all'ultima forma di Sankyo ura con mezzo kaiten e lingua di fuori.
E chi ci guadagna in questo?
Le compagnie aeree, i Bed and Breakfast e, ovviamente gli Shihan che capito il gioco, stamazza che insegnano ancora i principi!
E cosa avremo fra 20 anni? Una serie di "insegnanti" di aikido, che misurano la loro qualità in stage sul libretto, che uccideranno di flessioni i loro allievi per fare una bozza di ikkyo...
MMMM che bello!
In teoria questo significherebbe sviluppo...
L'idea di base è buona: dettano i principi che individuano la loro visione dell'arte e ne mostrano ogni anno nuove implicazioni.
Non male, assolutamente..
Se queste applicazioni speso e volentieri non contraddicessero i principi di base!
Se ogni shihan non proponesse la SUA visione della chicca proposta dal suo collega, spacciandola come roba sua e rassicurando i suoi "clienti" sul fatto che "questa roba la facciamo pure noi".
Il punto è che col tempo lo studio dei principi cade nel dimenticatoio. Lo shihan smette di insegnarli e applicazione dopo applicazione li perde nell'oblio del tempo.
Certo, il suo corpo si muove sempre attraverso quei principi! E ci mancherebbe altro dopo decenni di allenamento!
Ma il suo insegnamento punta ad altro.
E anno dopo anno cerca la nuova "chicca", l'ultima "evoluzione" e spesso e volentieri, l'ennesima "masturbazione mentale".
Chi comincia a seguire uno shihan quando lui ha smesso di insegnare i principi non ha più possibilità di capirci una mazza.
Prende template su template senza avere il programma di base per farli funzionare...
Cerca nella preparazione atletica la chiave per poter applicare la chicca allontanando se stesso ed i suoi allievi in maniera irreparabile dai principi.
E comincia a misurare il grado di "allievità" dal numero di chicche conosciute.
"Io ho l'aggiornamento del maestro 4.0", "See, ancora?? Qui è uscito l'aggiornamento 4.0.2!!! Io sono più allievo di te!"
"See, voi state al 4?? Io sto al 5.0 versione beta!!!"
E nessuno ha l'iphone su cui installarli....
Il bello è che questo apre una sorta di gara fra collezionisti di aggiornamenti!
Mancare ad uno stage del maestro ti fa passare ad allievo di serie B....
RISCHIERESTI???Mai!
E giù con la corsa pazza all'ultima forma di Sankyo ura con mezzo kaiten e lingua di fuori.
E chi ci guadagna in questo?
Le compagnie aeree, i Bed and Breakfast e, ovviamente gli Shihan che capito il gioco, stamazza che insegnano ancora i principi!
E cosa avremo fra 20 anni? Una serie di "insegnanti" di aikido, che misurano la loro qualità in stage sul libretto, che uccideranno di flessioni i loro allievi per fare una bozza di ikkyo...
MMMM che bello!
12 giugno 2011
Il Cocco, gli Zombie e la Sincerità
Ok. E' chiaro a tutti che sono un dannato cinemaniaco e non starò qui a spiegarvelo di nuovo.
Vi dico solo che se non sapete chi è George Romero, per cortesia, non fate rumore mentre uscite e chiudete la porta.
A quelli che sono rimasti, per fortuna, non ho bisogno di raccontare che Romero è il padre dei film sugli Zombie, da "La notte dei morti viventi" a "L'isola dei sopravvissuti".
Ora, "L'isola" è del 2009. After effects è alla portata di qualunque internauta sappia cos'è un torrent e gli effetti speciali sono la base del cinema americano.
E ci sta che, coi soldi spesi dai produttori, anche un canarino ubriaco distinguerebbe un vivo da un non morto.
Ma "La notte" è del 1968, in bianco e nero, girato praticamente con due lire ed una sola location.
Come facevamo a distinguere gli zombie dalle loro prede??
Ok,direte voi, gli zombie erano quelli brutti che mugivano.
Bene....così è facile.....cerchiamo un attimo più in profondità, se non vi dispiace!
Gli zombie erano anche quelli rigidi, prevedibili e senza volontà.
Solo il gesto: le mani protese in avanti e le mandibole che si aprivano e chiudevano a pistone.
Nessuna intenzione, in esso, se non l'istinto primario della fame.
Si muovono a scatti, lo fanno per gesti schematici e telegrafati e soprattutto, mimano, senza alcuna partecipazione emotiva e senza reale volontà, quello che stanno facendo.
Sto parlando di aikidoka.
Un particolare tipo di aikidoka, ovviamente: quello che vede nella pratica solo gestualità e riti, quello che "interpreta" il ruolo di aikidoka, sognando e non vivendo il suo allenamento.
L'Aiki-Zombie!
"Makoto" in giapponese, vuol dire "sincerità".
E' considerata una delle virtù del Budo, e non intende solo il dire ciò che si pensa, o l'assumersi le proprie responsabilità.
Vuol dire in primis "Non Barare".
La ripetizione del gesto è il fondamento base dell'apprendimento corporale.
Ma la ripetizione genera inevitabilmente routine.
Poco male, se esiste Makoto.
Perchè ripetere un gesto è come rileggere lo stesso libro.
Sai sempre come va a finire.
Ma se salti subito all'ultima pagina, stai barando.
Se prevedi già la fine del movimento, pure.
Se attacchi pensando a cadere, o peggio, bloccando il movimento successivo del tuo compagno, il tuo attaccare manca di intenzione.
E senza intenzione non c'è realtà....
Un attacco reale parte dall'intenzione di spaccare in due il proprio bersaglio, senza nemmeno immaginare che l'azione possa aver bisogno di un seguito.
Quando spacchi la noce di cocco, colpisci già visualizzando il tavolo coperto da pezzetti di frutto.
Non prendi in considerazione l'idea di fallire...
La tua intenzione è sincera.
Il tatami chiede la stessa attitudine.
Intenzione sincera ed attacco determinato.
Non violento o aggressivo, sia chiaro. Determinato, questo soltanto.
Allo stesso modo, Tori non si muoverà in anticipo perchè ha già letto il libro e sa cosa sta per succedere.
Makoto riguarda anche lui.
Affinchè il nostro Aikido sia Vivo, i nostri gesti devono nascere da dentro e dobbiamo mettere da parte tutte le perversioni che la pratica è solita generare, perchè le nostre azioni siano pure e spontanee.
Alleniamoci a soprenderci, perchè è questo che fa la Vita.
E gli Zombie lasciamoli a Romero....
in questo video, Nemoto Sensei, che non è mia intenzione giudicare come praticante o insegnante, propone una visione del Kaeshi Waza, le controtecniche alle tecniche di Aikido, senza Makoto, cioè prevedendo e prevenendo i movimenti del compagno, attaccando completamente privo di intenzione.
Vi dico solo che se non sapete chi è George Romero, per cortesia, non fate rumore mentre uscite e chiudete la porta.
A quelli che sono rimasti, per fortuna, non ho bisogno di raccontare che Romero è il padre dei film sugli Zombie, da "La notte dei morti viventi" a "L'isola dei sopravvissuti".
Ora, "L'isola" è del 2009. After effects è alla portata di qualunque internauta sappia cos'è un torrent e gli effetti speciali sono la base del cinema americano.
E ci sta che, coi soldi spesi dai produttori, anche un canarino ubriaco distinguerebbe un vivo da un non morto.
Ma "La notte" è del 1968, in bianco e nero, girato praticamente con due lire ed una sola location.
Come facevamo a distinguere gli zombie dalle loro prede??
Ok,direte voi, gli zombie erano quelli brutti che mugivano.
Bene....così è facile.....cerchiamo un attimo più in profondità, se non vi dispiace!
Gli zombie erano anche quelli rigidi, prevedibili e senza volontà.
Solo il gesto: le mani protese in avanti e le mandibole che si aprivano e chiudevano a pistone.
Nessuna intenzione, in esso, se non l'istinto primario della fame.
Si muovono a scatti, lo fanno per gesti schematici e telegrafati e soprattutto, mimano, senza alcuna partecipazione emotiva e senza reale volontà, quello che stanno facendo.
Sto parlando di aikidoka.
Un particolare tipo di aikidoka, ovviamente: quello che vede nella pratica solo gestualità e riti, quello che "interpreta" il ruolo di aikidoka, sognando e non vivendo il suo allenamento.
L'Aiki-Zombie!
"Makoto" in giapponese, vuol dire "sincerità".
E' considerata una delle virtù del Budo, e non intende solo il dire ciò che si pensa, o l'assumersi le proprie responsabilità.
Vuol dire in primis "Non Barare".
La ripetizione del gesto è il fondamento base dell'apprendimento corporale.
Ma la ripetizione genera inevitabilmente routine.
Poco male, se esiste Makoto.
Perchè ripetere un gesto è come rileggere lo stesso libro.
Sai sempre come va a finire.
Ma se salti subito all'ultima pagina, stai barando.
Se prevedi già la fine del movimento, pure.
Se attacchi pensando a cadere, o peggio, bloccando il movimento successivo del tuo compagno, il tuo attaccare manca di intenzione.
E senza intenzione non c'è realtà....
Un attacco reale parte dall'intenzione di spaccare in due il proprio bersaglio, senza nemmeno immaginare che l'azione possa aver bisogno di un seguito.
Quando spacchi la noce di cocco, colpisci già visualizzando il tavolo coperto da pezzetti di frutto.
Non prendi in considerazione l'idea di fallire...
La tua intenzione è sincera.
Il tatami chiede la stessa attitudine.
Intenzione sincera ed attacco determinato.
Non violento o aggressivo, sia chiaro. Determinato, questo soltanto.
Allo stesso modo, Tori non si muoverà in anticipo perchè ha già letto il libro e sa cosa sta per succedere.
Makoto riguarda anche lui.
Affinchè il nostro Aikido sia Vivo, i nostri gesti devono nascere da dentro e dobbiamo mettere da parte tutte le perversioni che la pratica è solita generare, perchè le nostre azioni siano pure e spontanee.
Alleniamoci a soprenderci, perchè è questo che fa la Vita.
E gli Zombie lasciamoli a Romero....
in questo video, Nemoto Sensei, che non è mia intenzione giudicare come praticante o insegnante, propone una visione del Kaeshi Waza, le controtecniche alle tecniche di Aikido, senza Makoto, cioè prevedendo e prevenendo i movimenti del compagno, attaccando completamente privo di intenzione.
9 giugno 2011
Primo mese
Ad un mese dalla sua nascita, AikidoVivo ha all'attivo 22 post , praticamente uno al giorno esclusi sabati e domeniche, 14 followers, cioè un'iscrizione ogni due giorni, e 3100 visite.
Circa 100 click al giorno, se la calcolatrice non mi inganna....
Più e più volte mi è stato chiesto, in queste quattro settimane, di "essere meno presente", di "restare un pò in sordina" e di "mantenere una linea più politically correct".
Questo piccolo blog, così informale, personale e a tratti scostumato, sta facendo più rumore di quanto mi aspettassi....
Semplicemente, GRAZIE.
FB
Circa 100 click al giorno, se la calcolatrice non mi inganna....
Più e più volte mi è stato chiesto, in queste quattro settimane, di "essere meno presente", di "restare un pò in sordina" e di "mantenere una linea più politically correct".
Questo piccolo blog, così informale, personale e a tratti scostumato, sta facendo più rumore di quanto mi aspettassi....
Semplicemente, GRAZIE.
FB
7 giugno 2011
Politicanti allo specchio e Bondage informativo
E' abbastanza scontato che un'associazione che tratta di Aikido a livello internazionale, si faccia degli amici nel corso degli anni.
E' ovvio che si guadagni, nei decenni, delle buone relazioni a livelli politico, dei vantaggi e delle carte da giocare.
E' meno ovvio che un giorno il comitato direttivo di questa associazione componga un'associazione lui stesso e che questa nuova associazione dichiari apertamente di gestire tutto il mazzo di carte che quelli che li avevano eletti si era costruito asso per asso.
E' quello che è successo all'interno dell'ADO UISP, settore AIKIDO, dove i responsabili di settore, di punto in bianco, hanno fondato l' "Accademia Italiana di Aikido", un'associazione PER ORA iscritta all'ADO, che però dichiara di fornire ai propri associati gli stessi servizi dell'ADO, quali albo cinture nere,programma di esami, rapporti con il direttore tecnico Christian Tissier e con l'Aikikai di Tokyo per stage e gradi.
L'ADO ha cambiato nome, direte voi.
Non proprio.
Per essere socio dell'AIA, bisogna pagare loro una quota di iscrizione supplementare, seguire la linea didattica di Tissier sensei e partecipare alle loro attività.
Detta alla spicciolata, hai da assolvere a dei doveri per ottenere quello che fino ad oggi, PER NOSTRO LAVORO all'interno dell'ADO, ti spettava di diritto.
Tralasciando commenti sulla qualità del comportamento e sul fatto che TRA GLI STESSI FONDATORI dell'AIA c'è chi NON SEGUE effettivamente C.Tissier e non partecipa ad attività praticamente MAI, vi voglio regalare un'ultima, amara ,risata.
Lo scorso weekend il direttivo ADO si è riunito col direttivo AIA per stipulare un accordo ed un protocollo di reciproco riconoscimento.
Praticamente Bibì, Cocò e Totò si sono messi allo specchio e si sono accordati con loro stessi.
Ovviamente Aikido e Dintorni ha pubblicato QUI la notizia con il taglio giornalistico che lo contraddistingue, riportando fedelmente la circolare nella quale si indiceva questo "Self Meeting", senza lasciarsi scappare un solo commento in merito.
Ovviamente i lettori di Aikido e Dintorni hanno invece commentato la cosa in maniera piuttosto rumorosa....(anzi, chi di voi non lo ha ancora fatto?)
Commento dopo commento, ci aspettavamo tutti un intervento dell'AIA che delucidasse sulle contraddizioni finora evidenziate!
Alla fine è arrivato.
Il loro commento non spiega una beneamata mazza e si limita a minacciare lo staff di Aikido e Dintorni di diffide, querele e risarcimento danni....
mmmmmm.......così,su due piedi, mi viene in mente che cercare di imbavagliare l'informazione è più semplice, ma proprio non è edificante e che ci pensa già il governo a tappare le orecchie della gente per manovrare tutto da dietro le quinte, senza essere disturbati.
Aikido e Dintorni non tace.
Negli anni ha formato ed informato, ha proposto, ha divulgato e denunciato sempre nella massima integrità, con competenza e coraggio.
Come si conviene a chi tratti di Budo.
Il resto è solo soldi, potere e politichese.
Le solite porcherie che trovate sui giornali....
E' ovvio che si guadagni, nei decenni, delle buone relazioni a livelli politico, dei vantaggi e delle carte da giocare.
E' meno ovvio che un giorno il comitato direttivo di questa associazione componga un'associazione lui stesso e che questa nuova associazione dichiari apertamente di gestire tutto il mazzo di carte che quelli che li avevano eletti si era costruito asso per asso.
E' quello che è successo all'interno dell'ADO UISP, settore AIKIDO, dove i responsabili di settore, di punto in bianco, hanno fondato l' "Accademia Italiana di Aikido", un'associazione PER ORA iscritta all'ADO, che però dichiara di fornire ai propri associati gli stessi servizi dell'ADO, quali albo cinture nere,programma di esami, rapporti con il direttore tecnico Christian Tissier e con l'Aikikai di Tokyo per stage e gradi.
L'ADO ha cambiato nome, direte voi.
Non proprio.
Per essere socio dell'AIA, bisogna pagare loro una quota di iscrizione supplementare, seguire la linea didattica di Tissier sensei e partecipare alle loro attività.
Detta alla spicciolata, hai da assolvere a dei doveri per ottenere quello che fino ad oggi, PER NOSTRO LAVORO all'interno dell'ADO, ti spettava di diritto.
Tralasciando commenti sulla qualità del comportamento e sul fatto che TRA GLI STESSI FONDATORI dell'AIA c'è chi NON SEGUE effettivamente C.Tissier e non partecipa ad attività praticamente MAI, vi voglio regalare un'ultima, amara ,risata.
Lo scorso weekend il direttivo ADO si è riunito col direttivo AIA per stipulare un accordo ed un protocollo di reciproco riconoscimento.
Praticamente Bibì, Cocò e Totò si sono messi allo specchio e si sono accordati con loro stessi.
Ovviamente Aikido e Dintorni ha pubblicato QUI la notizia con il taglio giornalistico che lo contraddistingue, riportando fedelmente la circolare nella quale si indiceva questo "Self Meeting", senza lasciarsi scappare un solo commento in merito.
Ovviamente i lettori di Aikido e Dintorni hanno invece commentato la cosa in maniera piuttosto rumorosa....(anzi, chi di voi non lo ha ancora fatto?)
Commento dopo commento, ci aspettavamo tutti un intervento dell'AIA che delucidasse sulle contraddizioni finora evidenziate!
Alla fine è arrivato.
Il loro commento non spiega una beneamata mazza e si limita a minacciare lo staff di Aikido e Dintorni di diffide, querele e risarcimento danni....
mmmmmm.......così,su due piedi, mi viene in mente che cercare di imbavagliare l'informazione è più semplice, ma proprio non è edificante e che ci pensa già il governo a tappare le orecchie della gente per manovrare tutto da dietro le quinte, senza essere disturbati.
Aikido e Dintorni non tace.
Negli anni ha formato ed informato, ha proposto, ha divulgato e denunciato sempre nella massima integrità, con competenza e coraggio.
Come si conviene a chi tratti di Budo.
Il resto è solo soldi, potere e politichese.
Le solite porcherie che trovate sui giornali....
Il Cucchiaio, la Struttura ed il Braccio di Uke
Tutto lo scibile umano è riassumibile in una serie di pellicole cinematografiche.
Non semplice triacetato di cellulosa con qualche effetto sonoro, ovviamente, ma opere che sono passate dallo schermo al mito e che in qualche modo ci hanno raccontato la nostra storia ed il nostro futuro.
"Il Padrino", per esempio e "Guerre Stellari" possono esserne grandi esempi.
E tra loro, "Matrix".
Non la saga, intendiamoci, che sinceramente mi ha fisicamente nauseato.
Il primo capitolo, solo quello, è riuscito a dire in due ore concetti che potrebbero seriamente cambiarti la vita.
Insieme al Padrino e Guerre Stellari, sia ben chiaro!
Quando l'eroe, Neo, cerca la verità, sbattendo la testa nei luoghi più impensati ed insensati, è la verità a trovare lui.
Il mentore, Morpheus, lo incontra e gli si presenta.
E lo mette in guardia.
"Ciò che vedrai ti cambierà e cambierà il mondo così come lo percepisci.
Scegli, pillola rossa o pillola blu (che in quel caso non era viagra!).
Una ti riaddormenterà e ti lascerà credere che tutto questo non sia avvenuto, riportandoti al torpore e chiudendoti nuovamente gli occhi.
L'altra ti risveglierà e farà si che quegli occhi non potrai mia più chiuderli di nuovo."
Voi che avreste scelto?
No, dico...seriamente.
Esiste la possibilità che qualcuno scelga il sonno?
Esiste davvero qualcuno al contempo così tanto vigliacco e così poco curioso??
Non io.
Quando ho visto, non ho potuto più fingere di non averlo fatto.
Parliamo di fatti, così ci capiamo meglio.
Shihonage, per esempio.
Ora, se qualcuno ha vagamente l'idea di poter passare sotto un braccio e tirare questa tecnica in una situazione di pratica libera e con uke non collaborativo, il numero di telefono della Neuro è facilmente reperibile su Google.
Eppure a dire di Kisshomaru Ueshiba (mica di Tonino il parcheggiatore!) il livello di un praticante è misurabile anche solo da quanto padroneggia questo Kata.
Cosa c'è di così importante in un movimento che ha una così bassa percentuale applicativa? E soprattutto, come è nato un movimento che non ha trovato origine in combattimento?
Questa è una buona domanda.
Io credo che Shihonage, come tutti i kata, sia un contenitore.
In essi vi sono dei principi formativi che hanno l'unico scopo di insegnare al corpo ed all'istinto una maniera di gestire e migliorare le proprie risorse.
Nel caso di specie, ai miei occhi Shihonage è Struttura.
Cosa intendiamo per Struttura?
Semplicemente la maniera di disporre il proprio corpo in situazione dinamica in relazione ad una geometria efficace.
La struttura si compone di tre elementi definiti: Respirazione, Centralizzazione e Guardia.
La respirazione ci consente di sviluppare intenzione e rilassamento attivo, la centralizzazione sviluppa equilibrio e pesantezza e la guardia chiude le aperture e trasferisce l'azione sul contatto.
Se sai su cosa lavorare, focalizzi i tuoi sforzi....
Cosa fa uke mentre noi impariamo come strutturarci?
Semplicemente ci aiuta a capire.
Non è contro di lui che stiamo facendo il kata, ma contro le nostre resistenze interne.
Insieme ad uke, stiamo combattendo contro noi stessi.
Punto.
Quando ci troviamo in azione libera, la struttura è quella cosa che ci permette di manifestare potenza ed energia in ogni gesto,utilizzando una corretta biomeccanica piuttosto che contrazione muscolare.
Non c'è bisogno di passare sotto un braccio, per applicare questo....
Basta un contatto, una spinta, un semplice schiaffo....
Il cucchiaio non esiste.
Il Kata non esiste.
Qualcuno allora mi vuole spiegare che cosa ci vogliono vendere quando ci mostrano degli shihonage a piena velocità che strappano il braccio al compagno?
Non semplice triacetato di cellulosa con qualche effetto sonoro, ovviamente, ma opere che sono passate dallo schermo al mito e che in qualche modo ci hanno raccontato la nostra storia ed il nostro futuro.
"Il Padrino", per esempio e "Guerre Stellari" possono esserne grandi esempi.
E tra loro, "Matrix".
Non la saga, intendiamoci, che sinceramente mi ha fisicamente nauseato.
Il primo capitolo, solo quello, è riuscito a dire in due ore concetti che potrebbero seriamente cambiarti la vita.
Insieme al Padrino e Guerre Stellari, sia ben chiaro!
Quando l'eroe, Neo, cerca la verità, sbattendo la testa nei luoghi più impensati ed insensati, è la verità a trovare lui.
Il mentore, Morpheus, lo incontra e gli si presenta.
E lo mette in guardia.
"Ciò che vedrai ti cambierà e cambierà il mondo così come lo percepisci.
Scegli, pillola rossa o pillola blu (che in quel caso non era viagra!).
Una ti riaddormenterà e ti lascerà credere che tutto questo non sia avvenuto, riportandoti al torpore e chiudendoti nuovamente gli occhi.
L'altra ti risveglierà e farà si che quegli occhi non potrai mia più chiuderli di nuovo."
Voi che avreste scelto?
No, dico...seriamente.
Esiste la possibilità che qualcuno scelga il sonno?
Esiste davvero qualcuno al contempo così tanto vigliacco e così poco curioso??
Non io.
Quando ho visto, non ho potuto più fingere di non averlo fatto.
Parliamo di fatti, così ci capiamo meglio.
Shihonage, per esempio.
Ora, se qualcuno ha vagamente l'idea di poter passare sotto un braccio e tirare questa tecnica in una situazione di pratica libera e con uke non collaborativo, il numero di telefono della Neuro è facilmente reperibile su Google.
Eppure a dire di Kisshomaru Ueshiba (mica di Tonino il parcheggiatore!) il livello di un praticante è misurabile anche solo da quanto padroneggia questo Kata.
Cosa c'è di così importante in un movimento che ha una così bassa percentuale applicativa? E soprattutto, come è nato un movimento che non ha trovato origine in combattimento?
Questa è una buona domanda.
Io credo che Shihonage, come tutti i kata, sia un contenitore.
In essi vi sono dei principi formativi che hanno l'unico scopo di insegnare al corpo ed all'istinto una maniera di gestire e migliorare le proprie risorse.
Nel caso di specie, ai miei occhi Shihonage è Struttura.
Cosa intendiamo per Struttura?
Semplicemente la maniera di disporre il proprio corpo in situazione dinamica in relazione ad una geometria efficace.
La struttura si compone di tre elementi definiti: Respirazione, Centralizzazione e Guardia.
La respirazione ci consente di sviluppare intenzione e rilassamento attivo, la centralizzazione sviluppa equilibrio e pesantezza e la guardia chiude le aperture e trasferisce l'azione sul contatto.
Se sai su cosa lavorare, focalizzi i tuoi sforzi....
Cosa fa uke mentre noi impariamo come strutturarci?
Semplicemente ci aiuta a capire.
Non è contro di lui che stiamo facendo il kata, ma contro le nostre resistenze interne.
Insieme ad uke, stiamo combattendo contro noi stessi.
Punto.
Quando ci troviamo in azione libera, la struttura è quella cosa che ci permette di manifestare potenza ed energia in ogni gesto,utilizzando una corretta biomeccanica piuttosto che contrazione muscolare.
Non c'è bisogno di passare sotto un braccio, per applicare questo....
Basta un contatto, una spinta, un semplice schiaffo....
Il cucchiaio non esiste.
Il Kata non esiste.
http://www.youtube.com/watch?v=OCIf6e3xpzw
Qualcuno allora mi vuole spiegare che cosa ci vogliono vendere quando ci mostrano degli shihonage a piena velocità che strappano il braccio al compagno?
5 giugno 2011
Finalmente....
...a casa. Una buona sessione di allenamento e studio, con stesura di un bel programma di lavoro per l'anno a venire.
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