12 maggio 2013

Vibration and Connection

Ciao a tutti e bentrovati!!
All'inizio era mia intenzione aggiornare tipo diario di bordo questo blog quotidianamente, dal Giappone.

Purtroppo, o per fortuna, ho scelto una destinazione poco "tecnologica", nella quale internetto era appannaggio di pochi e dove tutti gli altri continuavano ignari,beati e disintossicati a comunicare coi segnali di fumo.






Mentre scrivo, osservo la linea di caricamento su youtube del documentario da noi (ME!) girato e montato col resoconto delle nostre giornate giapponesi, in modo da farmi perdonare l'assenza.

A guardarne l'avanzamento, ci metterà circa settordici ore, quindi portate pazienza...




Tra le belle sorprese trovate in quel di Saku, un paesino di montagna in provincia di Nagano, dove il Saku Dojo risplende come un faro nel buio, una decina di casse piene zeppe di QUESTO , pronte per essere spedite ad Amazon.

Un pò la confidenza, un pò la stanchezza dell'allenamento, un pò gli ettolitri di Sakè, una sera mi sono intrufolato nell'ufficio ed ho convinto Ariga Sensei, ormai entrato nella leggenda sia per le sue imprese in keikogi che per la sua simpatia in abiti borghesi, a vendermene qualche copia.

Il bello  che lui è riuscito, con una faccia da culo tosta non indifferente, a farcele autografare da Endo Sensei in persona.
E cosa ancora più bella, lui lo ha fatto col pennellino da Shodo, prodigandosi in una calligrafia meravigliosa dei kanji AIKIDO, mentre a noi sgorgavano lacrime copiose del genere "Apparizione Mistica e conversione generale".





"Vibration and Connection" è un testo in giapponese con traduzione a fronte in inglese.
Un inglese masticabile da tutti, con qualche termine più acculturato quà e là...





E' una specie di blog di carta.
Un diario di tutte le esperienze principali che hanno fatto di Endo Sensei il maestro che è oggi.
Passa da una dura lezione di Osawa Sensei agli insegnamenti di O Sensei, dalle letture di Kodo Sawaki alle dure parole di Seigo Yamaguchi, dagli scritti di Musashi alla vita da Uchideshi negli anni 60...

Una figata pazzesca.





Una delle riflessioni che mi hanno colpito molto è appena accennata, ma pregna di sfumature.

E' la differenza che passa tra Waza e Kata.

Sensei definisce Kata un allenamento basato su una sequenza preordinata rigida, alla quale l'uomo deve conformarsi perfettamente, sia nel ruolo di tori che in quello di uke.

Distanza, tempi, posizioni, distribuzione dei pesi, quantità di disequilibrio, potenza dei gesti, velovità di esecuzione...tutto nel kata è dettato rigorosamente.

Col tempo esso può essere reinterpretato, ma il canovaccio è quello e va tramandato identico nei secoli dei secoli, amen.

Il Waza è uno strumento, continua Endo Shihan.
Il concetto del Waza vive come un ideale al quale ci si riferisce, ma i parametri cambiano ad ogni esecuzione.

All'inizio il Waza si presenta simile al kata.
Questo perchè chi lo esegue sceglie a modello UNA delle esecuzioni del maestro e cerca di riproprorne le condizioni e gli sviluppi.
Ma esecuzione dopo esecuzione esso diventa più vivo e si contestualizza alle variabili che cambiano ogni volta.

Come il famoso riflesso della Luna sull'acqua, pensavo...
La luna resta nitida e luminosa nel cielo, anche quando il suo riflesso sull'acqua è frastagliato.
Ma se il suo riflesso restasse nitido come la Luna stessa, allora non ci sarebbe più acqua...allora avremmo confuso il lago con uno specchio, una entità naturale con una artefatta...

See you soon, Aikipeople, and Train Smart!



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