Un po' come il succo ACE, con arance e carote, che,quando uscì, mi sembrò accoppiato per colore più che per sapore...
Col tempo, mi sono accorto che questo strano mix ha in qualche modo incuriosito tutti coloro che si sono avvicinati alla disciplina e che per anni hanno continuato a chiedersi in quali parti fosse giusto mescolare questo cocktail, per ottenere il sapore sperato.
Molti di loro, ammettiamolo senza ritegno, brancolano tuttora nel buio degli aromi...
Molti altri, perché l'armonia aleggiasse nel combattimento, hanno preferito inibire la combattività, correggendo i loro uke troppo vigorosi con esclamazioni barzotte del tipo "Va piano: TI DEVI ARMONIZZARE!"
Ora, diciamocela tutta.
Se mi voglio armonizzare con qualcuno, di solito, lo invito a prendere un caffè, non lo attacco Shomenuchi!
Ma vi immaginate il capo che ci chiede maggior coesione nel lavoro di equipe, e noi che spariamo Tsuki contro i nostri colleghi???
Su, un piccolo sforzo!
L'errore più comune è tradurre un termine o un movimento di pensiero senza calarlo nel suo contesto storico-culturale.
La Ghigliottina, per esempio.
Ai nostri occhi un impietoso strumento di tortura, che al solo immaginarlo ci rizza tutti i peletti alla base del collo...
In realtà una pietosa, rapida e quasi indolore alternativa al Boia con l'ascia!
"AiKi" Vuol dire Equilibrio delle forze.
Incredibile, vero?
La radice del termine Aikido può essere tradotta senza nominare l'idea di Armonia!
E c'è di più: questo termine esiste da molto prima che fosse definito l'Aikido stesso.
Intendeva il muoversi entrando nel ritmo dell'avversario.
Che cavolo stai dicendo Willis?
Esattamente quello che ho detto.
Gli antichi Samurai, che per lavoro squartavano il prossimo, a volte anche solo per testare la propria spada ( comportamento decisamente poco armonioso!) parlavano di Aiki intendendo una strategia guerriera ben definita.
Precisamente, parlavano di tre stadi nell'apprendimento.
IGNORANZA, quando non si conosce nessuna tecnica o strategia e si combatte in maniera caotica, ma comunque spontanea.
CONOSCENZA, quando le tecniche e le strategie sono tutte presenti nella mente del praticante al punto da confonderlo e da renderlo macchinoso.
ESSENZA, quando tutto il rumore mentale sparisce e semplicemente ci si muove con l'avversario, lasciando che il nostro corpo segua i movimenti degli attacchi.
"Espanditi quando si contrae e contraiti quando lui si espande" scrive Yagyu, "Senza pensiero, armonizza il tuo ritmo col suo!"
Che il ritmo fosse concorde o discorde, si parla comunque di Armonia.
Facendo ciò che serve, senza un grammo di meno, senza un cm in più.
Come un artista che disegna un serpente.
E poi lo guarda e gli sembra troppo poco, rispetto a ciò che sa disegnare...
e ci mette due gambe!
Il troppo storpia. E da storpi si fa troppo poco.
Io credo che Armonia significhi fare la propria parte.
Senza impigrire il nostro spirito, facendo meno del dovuto e senza gonfiare il nostro Ego, facendo più di quello che serve.
Nella tecnica, come nel mondo.
In relazione ad un attacco ma anche alle contingenze del quotidiano.
Questo, ammesso che prima abbiamo capito qual'è il nostro ruolo, qual'è la nostra parte nel tutto!
Vi faccio un esempio pratico.
L'Aikido è una disciplina non sportiva.
Questo non significa soltanto che non si pratica per categorie e che sono ammessi praticanti di tutte le età.
Significa soprattutto che è una disciplina che non è tesa a formare un campione.
Ognuno di noi è un campione a sé.
Ognuno di noi ha un solo avversario, il sé stesso di ieri, ed un solo modello, il sé stesso di domani.
Un handicap, come un dolore articolare o una preoccupazione sul lavoro, sono un problema in gara.
Noi non gareggiamo.
Quello che nello sport è un problema, in Aikido è allenamento.
Non sto dicendo che ci dobbiamo allenare nonostante il problema, attenzione!
Sto dicendo che il problema stesso E' l'allenamento!
Armonia è allenarsi col partner irritante, allenarsi con quello più forte di noi e con quello più debole, sempre nel rispetto delle loro e delle nostre possibilità, ma dando ogni volta il nostro massimo, che non è uno standard, ma semplicemente la scelta di essere COMPLETAMENTE il momento che stiamo vivendo.
Armonia, PER ME, è comprendere la propria identità e viverla senza riserve, bilanciando le nostre forze con quelle di chi ci circonda ed adattando il nostro lavoro alle contingenze istante per istante.
Buone vacanze, e che il vostro Ki non si spelli troppo al Sole!
Emblema di Armonia con la difficoltà è il personaggio di Itto Ogami, che affronta un viaggio verso la vendetta con il figlio di tre anni al seguito, che, insieme al suo carrozzino dalle mille risorse, diventa un aiuto indispensabile nelle battaglie più disperate.
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