Qualche tempo fa, scrissi due righe ad un mio allievo che per ragioni di studio cambiava città.
E dojo.
E insegnante.
E metodo.
Mi chiese qualche consiglio per continuare a praticare.
Il mio cuore di Jedi gli inviò queste parole:
"Questa è la mia ultima lezione per te, la più importante di tutte.
L'Aikido è uno strumento al tuo servizio, non diventare mai tu uno strumento della disciplina.
Esso è un cammino verso la saggezza. Un percorso per apprendere le potenzialità delle tue risorse e le logiche attraverso cui tali potenzialità si esprimono.
Ogni insegnante attraversa questo percorso su un mezzo differente.
C'è chi lo fa in Mercedes, chi in moto. Ognuno ha le sue ragioni e le sue motivazioni per scegliere il proprio mezzo o per cambiarlo, di tanto in tanto.
Non lasciare mai che qualcuno ti convinca che il proprio è l'unico mezzo valido.
Non lasciare mai che qualcuno ti convinca che il nostro scopo è quello di trasmettere il sapere di un uomo morto, chiunque egli sia stato.
Il nostro scopo è quello di diventare più forti delle avversità e di comprendere che saper accettare e guidare un attacco, sia esso portato da un essere umano o dalla vita stessa, è molto più saggio e costruttivo che cercare di irrigidirsi ed incassare il colpo.
E quando saremo diventati abbastanza forti, dobbiamo imparare a sostenere chi è meno forte di noi.
Ieri l'Aikido aveva un volto, oggi ne ha un altro, domani ne avrà un altro ancora.
Cambia perché cambia la gente che lo pratica e se così non fosse sparirebbe dalla terra.
In natura non sopravvive il più forte, ma il più adattabile.
Non smettere mai di confrontarti con gli altri insegnanti e con gli altri metodi, perché solo quando riuscirai ad adattarti ai più strani di loro potrai dire di essere veramente cresciuto.
Scrivimi le tue impressioni, di tanto in tanto, e quando puoi prendi la tua sacca e parti.
Ganbatte!
F."
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