5 febbraio 2012

Il Pensiero laterale, il Taisabaki ed i Sette Passetti

Tutti coloro che hanno avuto esperienze con altre discipline concordano col dire che l'Aikido è uno sile completamente sui generis.

Come se dire "strana" fosse un'offesa mortale....^_^

Io credo che la verità sia che l'Aikido affronta il combattimento con una mente laterale.

Avete presente "Il Pensiero Laterale", di Edward de Bono?
A me ne parlò un carissimo allievo, quando mi regalò questo libricino molto particolare.





Se non sapete di cosa si tratta date un'occhiata QUI, ma se vi capita ed avete un po' di tempo tra l'allenamento ed il caxxeggio online, andate nella libreria più vicina e chiedete di lui.

In breve si tratta di non valutare la soluzione a partire dal problema dato.
Ma valutare il problema in modo da vederlo in maniera differente e trovare una soluzione per la quale esso non si è ancora organizzato a dovere.

Non è una disciplina o una materia scolastica ma un vero e proprio modo di vedere la vita.

L'Aikido, per esempio, fa un uso similare della questione "Equilibrio", che è il fondamento di tutto il Budo nipponico ( e non solo!).

Laddove in genere si lotta per mantenere l'equilibrio quanto più stabile possibile, nelle soluzioni classiche, l'Aikido sceglie di giocare tra stabilità ed instabilità, per servirsi al massimo della forza peso.




Parlando con la bocca piena, potremmo dire che passiamo da un'equilibrio del singolo ad un equilibrio della coppia, giocando sulla mobilità per prenderne il controllo.

"Mobilità", una parolina magica che anno dopo anno non smette di stupirmi, tirando fuori dal sacco conigli sempre più grossi.

Nella famosa lingua "Aiki Giappana" quando si parla di mobilità ci si riferisce al Tai Sabaki.

Una volta lessi da qualche parte una traduzione romanzata di questo termine.

L'autore diceva che "Sabaki" significava "Tagliare", ed era utilizzato in sartoria nell'accezione di "Tagliare con precisione, senza dover modellare e senza sprecare pezzi di stoffa".
Rapportando questo significato al corpo (Tai), l'idea diviene quella di muoversi senza aggiustarsi, in maniera semplice, precisa, chirurgica.




Probabilmente una traduzione fin troppo fantasiosa, ma mi piace pensare che sia giusta così...

Dunque, come si manifesta il Tai Sabaki quando saliamo su un tatami e cominciamo ad allenare le basi?

Tenkan, Irimitenkan, Ayumi-Okuri e Tsuki Ashi. E qualcuno ci mette anche Tenshin e Ushiro Tenkan.

Nientepocodimeno che ben 7, dico SETTE, modi di muoversi sotto attacco.

Minkia!

Se qualcuno mi dicesse che ho sette modi di attraversare la strada, ben schematizzati, organizzati e catalogati, sono certo che presto o tardi finirei stampato sull'asfalto...




Due qualità mancano a questa lista, e sono LIBERTA' e SEMPLICITA'.

Robetta da niente, insomma.

Solo che è proprio quella che ti salva le braghe quando attraversi Corso Amerigo Vespucci.

Dico la mia:
Se voglio andare a sinistra, penso di andarci ed il piede va da solo.
Se mi fermo a pensare a COME spostare il peso e muovere i piedi, quantomeno incespico.

Ma è una mia idea, molti invece preferiscono che qualcuno dica loro come poggiare a terra i loro allucioni, come respirare e a cosa pensare mentre si muovono.

Grazie mille, Televisione!






Ad ogni modo torniamo sul Tai Sabaki.

In prima istanza esso si riferisce alla possibilità di muovere la propria struttura nello spazio.

Ci si sposta in relazione a ciò che ci circonda, cioè l'ambiente e l'attaccante.


E' importante sapere Come?

Secondo me si.

Ma nella maniera in cui si imparano i principi con cui ottimizzare le proprie risorse, e non la sequenza in "marionetta style" con cui spostarmi dai 180 ai 45 gradi!

Quando sono sotto attacco, soprattutto in randori, ho più voglia di rotolarmi nudo ed ubriaco fra i cocci di vetro che di fermarmi a ricordare tutti i passettini giusti e quelli sbagliati!





In secondo luogo "Tai" si riferisce al corpo. A tutto il corpo!

Quando parliamo di Tai sabati ci riferiamo alla maniera di organizzare esattamente tutto il nostro corpo in un movimento, e non solo i piedi!

Quindi nella filosofia del "Tutto Preorganizzato" dovremmo sapere non solo come mettere gli appoggi, ma anche come allineare le braccia, la testa, le spalle, i gomiti, come posizionare il bacino e le ginocchia e come muovere le vertebre e le scapole.

E tutto per OGNI movimento.....

Non basterebbe Wikipedia, mi sa...

Dunque ciò che resta da fare è definire i criteri secondo cui muovere sé stessi, in modo da farlo con "Semplicità e Naturalezza".

In questo studio, la posturologia ci viene incontro: testa sulle spalle, spalle basse,gomiti chiusi, schiena dritta ma mobile, bacino retroverso, ginocchia flessibili ed allineate con la punta dei piedi.




Tutto qui, se vi pare poco.

Ma una volta rispettati questi criteri, ci si può muovere come si vuole, perché ciò che ne deriverà sarà fisiologico e biomeccanicamente ottimale.

Definito questo, però, abbiamo dato una nuova accezione al termine "Mobilità-Sabaki".

Abbiamo specificato il secondo stadio: quello della mobilità INTERNA alla struttura.

Se pensiamo al corpo come ad una sequenza di cerniere, comprendiamo facilmente che la mobilità della singola cerniera aumenta considerevolmente la disponibilità e le possibilità di adattamento dell'intera struttura.



La domanda ora nasce spontanea:

come si può lavorare sulle cerniere in modo da ottimizzarne il movimento ed ottenere un corpo sbloccato?

Ognuno ha i suoi metodi.

Qualcuno non ne parla e non ci lavora, lasciando agli allievi l'onere di scoprirlo.

Io ho notato che la maggior parte delle volte, invece di togliere ciò che blocca il movimento (i muscoli antagonisti), gli allievi sono portati ad aumentare la forza di ciò che effettua l'azione (i muscoli agonisti), ottenendo un Aikido che sa sempre più di attività sportiva e scordandosi di una piccola clausula chiamata "principio di economia dell'azione".




Io ho i miei, fatti di esercizi propiocettivi, stretching attivo e propedeutici con gli attrezzi e col compagno.

Non è detto che siano i migliori, ma sono miei, mi ci trovo bene ed i ragazzi imparano alla svelta e si divertono un casino.
Che è il primo dei motivi per cui scelgono di fare Aikido...

11 commenti:

  1. "…i ragazzi imparano alla svelta e si divertono un casino."
    quoto e confermo!

    ps: grazie per il "ragazzi" :-)

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    1. Sarebbe più onesto un Dylandogghiano "Old Boys"???! :D

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    2. :-)

      basta che sul tatami non salgano dei "conigli rosa"
      http://www.cravenroad7.it/albi/temp.php?alb24

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  2. Spunti sempre interessanti e in merito a .... "una piccola clausula chiamata "principio di economia dell'azione", qualcuno di mio conoscenza, è solito dire che l'Aikido .... è l'Arte Marziale degli "sfaticati" e anche questo rende bene e ci fa capire quando stiamo utilizzando la forza dei nostri muscoli e non quella applicata del nostro compagno ! ;)

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    1. Io trovo che sia qualcosa che si fa col corpo, non per il corpo....

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  3. Prova a camminare con i sandali GETA, quella specie di infradito con le stecchette di legno orizzontali e cerca di camminare senza perdere l'equilibrio.
    Noterai che i movimenti sono abbastanza limitati e che per evitare di perderli o di perdere l'equilibrio i movimenti sono molto legati ai tai sabaki.

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    1. Bene!
      Ma il GETA è solo un caso su un miliardo!
      Prova a camminare con gli anfibi, per esempio, e vedi che è un casino farci tsukiashi....^_^
      Musashi diceva che in montagna i taisabaki fanno solo inciampare, per citare uno importante...
      Ad ogni modo, se è il Geta a portarti NATURALMENTE a muoverti in un certo modo, è perfetto così, credo io.
      Se ti ci muovi sempre e comunque, perché il tuo corpo non trova alternative, è schiavitù...

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  4. In questa discussione sono state menzionate due cose che mi piacciono molto!! Il mio amato Dylan Dog e il "lateral thinking", concetto interessantissimo e protagonista anche di indovinelli bellissimi!

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  5. Carissimo Fabio, come promesso, ti ringrazio pubblicamente per il tuo "modo" di fare Aikido.
    Quando sono sul tatami con te e tutti noi, io provo una gioia indescrivibile: quasi come quella di un fanciullo.
    Non ho la preoccupazione di essere rimproverato o di sbagliare qualcosa, ma mi aiuti a capire QUANDO una tecnica non sta funzionando e soprattutto PERCHE' non sta funzionando.
    Mi alleno sempre con gioia ... difficilmente quando salivo sugli altri tatami alla fine della lezione mi dicevo fra me e me: "uffà .... è già finita la lezione"
    Non ho mai percepito la "fatica" nell'allenarmi eppure tu già sai che sono dimagrito di circa 6 kg, portando a casa un keikogi appesantito dal sudore, ... e senza fare dieta o cose varie!!!
    Brucio energia divertendomi e mai mi pesa l'allenamento.
    Ma il trucco in tutto questo c'è.
    Devi sapere che il mio "Maestro" mi anticipa nel cammino, non va mai oltre la mia vista, rimane ben visibile per indicarmi DOVE devo passare;
    se mi attardo, il "MIO Maestro" torna indietro, vede dove mi sono perso e mi ri-indica il sentiero da percorrere.
    Per fortuna il mio maestro da importanza all'economia del movimento e al
    "principio di economia dell'azione" che fin qui da me assai di rado adottato ... ma comprendo essere vero;
    per non dire: "SOPRATTUTTO utile!"
    Grazie Mio Maestro Fabio Branno!!!

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    1. E' una delle cose più belle che mi abbiano mai dedicato....Mi sono seriamente commosso....:'-)

      GRAZIE!!!

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    2. Carissimo Fabio,
      è quello che "io sperimento" sul tatami da te diretto.
      Raramente ho sperimentato sulla mia pelle un simile insegnamento.
      Evidentemente (e dai ... non ti commuovere) il tuo carisma lo sai mettere a disposizione di tutti noi, senza "pavoneggiarti".
      Anche altri maestri sanno fare aikido ... ma come tu lo interpreti per me è MAGISTRALE ... IMHO!
      E' pur vero che sei anche avvantaggiato dalla tua professione e dalla tua profonda conoscenza del corpo umano: ma questo è un di più di CONOSCENZE che ci offri sul tatami, senza riserve.
      Ascolta caro Fabio, io mi sento davvero fortunato, mi piace pensarlo, mi piace sperimentarlo.
      Il tuo/nostro aikido fortunatamente non si ferma sul tatami ma continua nella vita di tutti i giorni i tutti i momenti delle azioni quotidiane.
      Mi sono trovato a fare aikido con il volante della mia auto in una curva pericolosa, avendo perso il controllo della stessa.
      Mi sono trovato a fare aikido con delle bottiglie di acqua (Lete), mi sono trovato a fare aikido ... nelle mie azioni.
      Mi sento come un petalo di "Fiore di Ciliegio" soffiato dal vento.
      Un abbraccio e continua a stupirci con il TUO MODO DI ESSERE e DI FARE Aikido.
      UN GRAZIE GRANDE GRANDE A TE!!!

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