30 ottobre 2011

Il disegno, la musica e l'attacco sbagliato

Si parla con grande candore del fatto che le basi in Aikido siano formative, strutturanti ed assolutamente indispensabili per accedere ad un mondo di libertà.

"Le basi - scrivono in giro- sono come le note musicali, senza le quali non si può suonare con cognizione di causa!"
Qualcun altro scrive "Le basi sono come gli strumenti per il disegno. Senza, puoi solo fantasticare!"





Ebbene, io sono d'accordo.

Credo fermamente nell'importanza di un percorso formativo che chiarisca al neofita qual'è l'obiettivo e cosa utilizziamo per poterlo conseguire.

Senza questa pianificazione, il tutto sarebbe per lo meno dispersivo, ammettiamolo!

...

Lo so che state aspettando il mio "ma".
Mi conoscete tutti troppo bene per non averlo previsto...

Eccolo.

Ma quante sono le note musicali?
E di quanti strumenti abbiamo bisogno per cominciare a disegnare?

Sette note e qualche accordo.

Un foglio ed una matita.

E la voglia di fare.




Non dico che il percorso finisca alle note.
Bisogna suonarle fino allo sfinimento.
Non dico che basti una matita ad essere un disegnatore.

Bisogna sprecare inchiostro e fogli di carta in quantità.

Ma lo facciamo CONTEMPORANEAMENTE alla nostra responsabilizzazione come artisti!

Mi fanno sempre molto sorridere i corsi per imparare ad usare il computer...

Per utilizzare il pc, bisogna sapere cos'è un mouse, una tastiera e come iniziare.

Poi si sperimenta..
E man mano che compaiono i problemi si cercano le soluzioni!

Possiamo mai pensare di dover imparare ogni funzione di Office, con tutte le scorciatoie di tastiera e le personalizzazioni delle impostazioni prima di scrivere un appunto su Word?

Non a caso i bambini imparano quasi più velocemente ad usare il pc che a parlare...





In giro si dice che per imparare davvero una lingua bisogna vivere per un po' sul posto.
Pare che imparare sbagliando, ma affrontando il problema reale, renda tutto molto più efficace che memorizzare in anticipo tutta la grammatica e tutto il dizionario...

Il punto è un altro.
Imparereste mai il giapponese da uno che non è mai stato in Giappone?
Uno che, per capirci, è un drago con la grammatica davanti, ma quando un turista di Tokyo gli chiede un'informazione va in panne, perché non era pronto alla domanda?



Imparereste mai a suonare da uno che nella sua vita ha fatto solo scale?
Che fa alla perfezione il giro di do, ma che è incapace ad improvvisare un jingle ad orecchio?





E perché ci sembra normale imparare l'Aikido da qualcuno che è capace solo ad eseguire i kata, ma che difronte ad una variabile, rimanda indietro uke e gli chiede di riattaccare correttamente?

Facciamo un esempio pratico.
Aihanmi-Gyakuhanmi.

Aihanmi è riferito ad una posizione dei piedi dx - dx o sx - sx.
Gyakuhanmi ad una posizione sx-dx o viceversa.

Per convenzione si è scelti di attaccare Shomen in Aihanmi e Yokomen in Gyakuhanmi.
Si racconta agli allievi che tori può colpire uke, se uke non rispetta questa regola.

Ebbene: vi siete mai trovati difronte ad un uke che si confondeva?

Lo avete colpito?

Ovviamente no.
E come avete reagito?

Il tutto è venuto molto male. Lo so.

Nulla di grave. Si corregge uke.
"Hai sbagliato ad attaccare!Avanza col piede giusto!"

E a questo punto mi verrebbe da cercare su Wikipedia la differenza tra "Addestrare" ed "Ammaestrare"...




Ragazzi...ma davvero esiste un attacco sbagliato o sono sbagliate le risposte inefficienti?

Ma resta la sensazione che un meccanismo dentro di noi, nascosto oltre il razionale, si sia inceppato.
Che l'Aiki sia rimasto nella nostra mente e non sia arrivato nel nostro spirito.

Perché meravigliarsi?
Ci siamo sempre e solo allenati con una convenzione didattica ed una convinzione sbagliata!
"L'attacco è sempre e solo così!Non esiste shomen al contrario!!"

Proviamo a sperimentare un pò.
Senza paura di sbagliare...
Cominciamo a spaccare un pò le resistenze del nostro ego e del nostro orgoglio.
Permettiamo ad uke di colpirci.

E mettiamolo nella condizione di improvvisare se non altro il lato dal quale attaccare.





Cosa ne viene fuori?
Che nella base esiste la biomeccanica di risposta per uno shomen gyakuhanmi ed uno yokomen aihanmi.

Il trucco sta nel apprenderla in modo che gli occhi non vengano chiusi dai troppi schemini.

Impariamo la base per liberarcene.
Lo sappiamo tutti.
Quello che non ci dicono è che ce ne liberiamo MENTRE la impariamo.
Così da imparare come chiamarla quando serve e come chiuderla in cantina quando è solo di ingombro.





Accettate un consiglio, per una volta sola.

Diffidate dai maestri infallibili.
Sono quelli che non si mettono mai in gioco.


1 commento:

  1. sono d'accordo con te anche questa volta maestro! imparare solo il principio per poi sperimentare, con l'aiuto di qualcuno più esperto che ci guidi, le sue numerose applicazioni. è complicato perché richiede tempo, dedizione, passione. con il passare degli anni speriamo si riesca a tenere viva la curiosità che è alla base dell'apprendimento :)

    maestro, ma l'incontro tanto promesso quando avrà luogo? ;)

    un abbraccio, a presto

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