22 marzo 2013

Il Secondo Ingrediente

Chiacchierando con gli amici di Aikido Italia Network, i più costruttivi hanno proposto un secondo ingrediente alla ricetta "aikido".

Parlavano di RIAI.



Il RIAI è la coerenza di lavoro.

Esso indica che ciò che si impara va al di là dell'esercizio attraverso cui lo si impara e le qualità che fa nascere nel praticante apportano benefici in differenti scenari della pratica.

In termini pratici, ciò che si impara in suwariwaza apporta miglioramenti anche al tachiwaza e all'hanmihandachi.

Ciò che si impara in Tanren, nella stasi, migliora la pratica del Ki no Nagare, l'azione, e quello che si allena da Uke accresce ciò che si riesce a fare da Tori.









Ma le aree di competenza in cui il RIAI è più evidente sono sicuramente Bukiwaza e Taijutsu.


Il Taijutsu individua la pratica a mani nude mentre il Bukiwaza si riferisce a tutto ciò che si esegue con le armi.

Per volere del suo Fondatore, l'Aikido non è una scuola di armi.

Le competenze armate di questa disciplina sono molto basiche e per nulla paragonabili a quelle dei Koryu quali Ono Ha Itto Ryu, Katori Shinto Ryu o Kashima Shin Ryu, e nemmeno a quelle dei Budo moderni dedicati alla pratica armata, quali Iaido e Battodo, Jodo o Kendo.

L'approccio aikidoistico alle armi si limita a ciò che è necessario comprendere per decifrare le azioni disarmate che dal Bukiwaza derivano.
Suburi di base, i Kamae e qualche awase col compagno, sono più che sufficienti a comporre un bagaglio di conoscenze di base attraverso cui poter approcciare alle forme del Taijutsu.

O Sensei, infatti, non formalizzò alcun esercizio specifico di Bukiwaza e, sebbene si servisse sovente di Jo e Bokken, li relegò ad un regno empirico più che ad uno sistematico.






Molto del sapere da lui proposto derivava da due scuole antiche presso cui egli si era formato, la Yagyu Ryu, che aveva allenato in età giovanissima, con l'aiuto di suo zio, e la Kashima Shin Ryu, il cui Tempio si trova nella stessa prefettura di Iwama, cittadina presso cui O Sensei si era ritirato, e che ancora conserva nel libro degli allievi la firma di Morihei Ueshiba.




Ad oggi, la pratica armata dell'aikido sarebbe quasi del tutto scomparsa se non fosse stato per il lavoro certosino di alcuni suoi allievi, che ricavarono dalle esperienze proposte dal Fondatore un sistema didattico organizzato.

Saito Sensei in primis, seguito da altri colleghi, quali Kobayashi Hirokazu, Gozo Shioda, Shoji Nishio, Mitsugi Saotome , Koichi Tohei e non ultimo Hiroshi Tada sono alcuni dei Sensei che misero in piedi un metodo di Bukiwaza organizzato e progressivo ed in perfetto RIAI con il Taijutsu da essi proposto.
















Dal mio punto di vista, ciò che è interessante notare è che la presenza di un ingrediente quale il RIAI sposta immediatamente l'attenzione dalle forme ai principi.

Se un principio deve funzionare dinanzi a parametri molto differenti, quali diversa distanza (Jo e Tanto,per esempio), diversa condizione dell'arma (Metallo affilato, Legno rotondo), dinanzi a diversi approcci posturali (Suwari waza e Tachi Waza) non può che essere un principio universale, legato all'unico parametro che resta invariato: il corpo umano e la sua biomeccanica.

Ovviamente questa è una mia percezione personale, ma credo che la differenziazione in aree tanto variegate servisse proprio a creare variabili enormi attraverso cui far emergere i principi comuni, che Morihei chiamava "Leggi della Natura" e che io trovo palesarsi in maniera inequivocabile nella conoscenza e nella consapevolezza di Sè stessi e delle geometrie che regolano il nostro rapporto col mondo circostante.











2 commenti:

  1. Anche per il secondo ingrediente, "riai", trovo sia presente in ogni pratica coerente e consapevole e quindi può solo servire a differenziare una pratica da un'altra meno seria. Ci sarebbe da aggiungere : quanto siamo pronti ad accettare che p.e. lavori sulla propriocezione possano esser più validi e coerenti nell'aikido, di lavori sul suwariwaza? O che magari un certo tipo di bukiwaza sia meno coerente rispetto ad un altro?
    Ma coerente rispetto a cosa?
    Secondo me rispetto al significato che sono solito dare al RIAI ... e cioè "il principio dell'armonia" nel senso più allargato possibile.

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  2. Interessante come sempre il tuo contributo, Marco San!
    Io credo "Coerente" rispetto ai principi sottolineati nelle altre aree di pratica dallo stesso insegnante.
    Questo non significa dover approfondire tutti per forza gli stessi principi, ma semplicemente non entrare in contraddizione con sè stessi cambiando parametri di lavoro!
    Un abbraccio!!!

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