5 maggio 2011

Vivo Aikido, Aikido Vivo

Ciao a tutti i marzialisti, internauti, curiosi o semplicemente naufraghi che si sono imbattuti in questo Blog.

Per chi ci è finito per caso, un saluto di arrivederci: è stato bello finchè è durato.
Per chi continua a leggere, invece, BENVENUTI A BORDO!



La prima domanda che vi starete facendo è "Che è sto AIKIDO VIVO??"

 Beh, permettetemi di rispondervi con una domanda: cosa definireste voi con Aikido Morto??
Si, lo so che non ve lo aspettavate,  ma provateci lo stesso.
Si, su due piedi, senza timore di sbagliare!!
Ecco...più o meno quello che intendo io allora.....;)

E per AIKIDO, invece?
Oddio...questa è davvero difficile.....:)
Eppure pensateci un attimo: se vi dicessero "stasera ci incontriamo al campetto per una partita" e,all'arrivo, voi trovaste 5 o 6 persone in tenuta da calcio, 5 o 6 con la palla da Bowling e 3 o 4 con la racchetta, quantomeno ci sarebbe da ridere!



Cumuli di pagine cartacee e virtuali hanno provato a definire questa pratica, a partire dai suoi ideogrammi:
AI= Armonia; KI= Energia e DO= Percorso......Quante volte lo abbiamo sentito???
Eppure in giapponese "AIKI" è un termine composto, utilizzato nelle arti marziali molto prima che nascesse O'Sensei, il Fondatore dell'Aikido...

Nelle discipline armate, soprattutto, trova largo impiego. Indica il compensare, il mettere esattamente ciò che serve. Non un millimetro in più, non un grammo di meno...E farlo esattamente al momento opportuno.

C'è un vecchio paragone che secondo me spiega benissimo il senso dell'Aiki: per ottenere il tuo scopo, la somma delle azioni deve essere 10. Se il tuo avversario fa 5, tu devi mettere 5. se fa 1 devi metterci 9 e se fa 15 devi fare -5.



Vecchia come il cucco, ma rende l'idea, no?

 Conserviamo l'idea dei numeri e trasformiamola in tecnica.

Quando sento qualcuno dire "Lo spostamento dei piedi in Ikkyo deve essere 7", mi viene sempre da andare a guardare se l'attaccante fa un movimento da 3........

Ciò che vedo è che QUALCHE VOLTA il movimento dell'attaccante è 3. Ma a volte è 4, altre invece è 5.......questo perchè i parametri spazio tempo fanno parte della vita e come la vita sono mutevoli, caotici, imprevedibili....D'altronde se così non fosse, staremo parlando di un sistema morto.


Ohi....vuoi vedere che ci stiamo avvicinando alla risposta???
Per me "Morto" è ciò che è statico, prevedibile, ciclicamente uguale a sè stesso, privo di stimoli e di entropia.



Ed io mi sento morto quando gioco in questo sistema: la mia attenzione cala, la mia motivazione naufraga ed un coperchio di noia tappa definitivamente la bara del mio Spirito Guerriero....
Al contrario, mi risveglio quando pratico in un sistema vivo, mutevole, sorprendente.
 Mi sento vivo quando posso uscire dalla mia mente e sentire con tutti i sensi ciò che invece sarebbe solo una proiezione mentale del gesto, di un movimento tanto ideale quanto innaturale, perfetto come solo l'immutabilità può essere perfetta.

Perfetto come una torta industriale, con le ciliegine disposte simmetricamente alla stessa distanza,perfetto come una cravatta col nodo posticcio, come una firma stampata col timbro, come una geometrica pizza Findus( che Dio la maledica!).




Ma perchè questa mania di perfezione,per quale motivo sono tutti così ossessionati dallo standard, Santo Cielo?
Perchè lo standard è sicurezza.
 Perchè il prevedibile non ci chiede di essere capito, compreso, approfondito. Fa tutto da solo, e lo fa come noi ci aspettiamo. Rispondendo ai parametri, non ci chiede di adattarci, non ci chiede di cambiare, non ci chiede di essere curiosi.




Perchè se impariamo ad adattarci,se cambiamo, se ci incuriosiamo, possiamo sviluppare altre esigenze, possiamo richiedere nuovi prodotti,  dettare nuovi standard.

Così, pur di non affrontare la paura di cambiare, ci accontentiamo di sopravvivere nel nostro egoismo, ciechi ai colori della vita, sordi al suo ritmo ed alle sue note.

Vivere, relazionarsi al mondo esterno, vuol dire ascoltarlo, comprenderlo ed adattarci ad esso.
Aikido Vivo è l'Aikido dell'ascolto, della percezione del cambiamento, del rispetto della risposta dell'altro e della sicurezza di poter mutare forma e ritmo mantenendo inalterati i principi, il controllo e la nostra sostanza.

Perchè in Natura non sopravvive il più forte. In Natura sopravvive quello che si adatta meglio.



12 commenti:

  1. una spiegazione granitica, senza se ne ma... :D

    francesco

    RispondiElimina
  2. grande ... link subito ... dappertutto ahahaha (una malata di Aikido senza speranza)
    Stefania

    RispondiElimina
  3. @ Tapemaru: Non una spiegazione.....Giusto giusto le mie sensazioni! :)

    RispondiElimina
  4. @Stefania: Brava Stefy! Diffondi il contagio!!!:D

    RispondiElimina
  5. Eccellente riflessione. Dal BASSO PROFONDO ( :D ) della mia esperienza di aikidoka, considero la tua analisi, dettata dalle tue sensazioni, come un riferimento. Mai statico. Mai certo di poter mettere la parola FINE ad un percorso di apprendimento che, mi auguro e auguro a tutti, sia il più lungo e piacevole possibile.

    RispondiElimina
  6. Ciao Pierluigi! Credo fermamente che in Aikido ci sia bisogno allo stesso modo delle impressioni dei principianti e delle considerazioni degli esperti.
    Grazie del tuo sostegno!

    RispondiElimina
  7. Wiwa wiwa wiwa!!!
    ma entro il terzo post vogli la riproposizione delle varie tipologia dei praticanti di aikido!

    carlo

    RispondiElimina
  8. ahahaha!Ti ricordi ancora????? Ooggi però sarei moooolto più cattivo, mi sa!!!:D

    RispondiElimina
  9. Fantastico questo Blog...ma sei l'ideatore caro mio fratemo senpai?

    RispondiElimina
  10. Grazie Daniel Sama!!!
    E' un pò il mio confessionale, direi.......^__^

    RispondiElimina