29 agosto 2011

Parafrasando i Righeira

OK.
Ho capito che vi volevate abbronzare di più.
Ho capito che i desideri espressi allacciando il braccialetto della fortuna, anche quest'anno si sono dati ammalati.
Ho anche capito che avete sparato molti meno colpi di quelli che avevate preventivato.

Mi dispiace dirvelo: le vacanze sono quasi terminate.
"L'Estate sta finendo, e un anno se ne va!" cantavano i Righeira un paio di decenni fa.

Lavoro, casa, città, traffico, orologi, ombrelli....si.
 La solita, odiosa routine autunnale ci aspetta.

Ma ci aspetta anche un nuovo anno di cammino lungo il sentiero che ci porterà a noi stessi.

Bentornati al Dojo.

Bentornati lungo la Via.


Keikogi in borsa e ci vediamo tutti Lunedì prossimo.





23 agosto 2011

La Via per intercettare il pugno.

E' un pò di tempo a questa parte che sto ristudiando la figura di Bruce Lee.

Lo conoscevo come attore, perché i suoi film  hanno abbandonato il blockbuster per entrare nella leggenda.

Lo conoscevo come marzialista, perché le sue capacità fisiche, come la forza esplosiva, ed il suo  fluire fra una tecnica e l'altra sono ancora oggi insuperate.

Non lo conoscevo come pensatore, però.

E devo ammettere che in confronto al suo pensiero, le sue interpretazioni e la sua atleticità svaniscono nell'oblio.

Nonostante la sua giovane età, parlava di non tecnica, di non mente, di convivenza degli opposti.

Parlava dell'importanza dell'uomo prima che dell'arte e non subiva la chiusura data dalla tradizione ritualistica.

E soprattutto lo dimostrava.

Nella sua vita non volle mai definire con un nome ciò che faceva.
Così come non volle codificarne abiti e rituali.

Una volta, ad un intervistatore insistente, rispose che semplicemente intercettava i colpi.

L'articolo riportò che Bruce Lee aveva fondato la "via per intercettare il pugno" (Jeet Kune Do).

Oggi c'è gente che riutilizza ciò che Lee faceva e lo vende come arte marziale, implementandola con tecniche rubate qua e la a svariate discipline.

Per carità, non dico che nn sia un sistema efficace.
Dico solo che non rispecchia ciò che lui predicò sempre.

Strano,invece, leggere  QUESTO  libro e trovarci dentro tante idee che perfettamente combaciano con Aikido Vivo!

Sempre che l'inglese non rappresenti un problema per voi, guardatevi questo filmato.

Cercatene il messaggio, non la coreografia.

Non lasciate che la velocità, la scenicità e le coreografie vi distraggano più di tanto.

Cercate di vedere come "Un corpo flessibile, una mente vuota, una tecnica comoda ed un ritmo vivo", possano cortocircuitare degli schemi predefiniti.




Ameri-Do-Te

Master Ken è già un mito sul web.

Purtroppo le sue perle di saggezza sono solo in inglese e chi nn lo mastica almeno un po',difficilmente potrà ridere quanto serve.

Ma assunti come "Non conta la dimensione delle palle, ma quella della mano che le stringe!", o "Tutte le arti marziali hanno punti di forza di debolezza. Eccetto la nostra!" sono delle chicche che davvero nn possono essere perse.

Sopratutto se si pensa che c'è gente che ci crede davvero!





21 agosto 2011

Un paio di idee regalo

Sono molto attento alle iniziative che mi vengono proposte, perché sono convinto che le idee possano veramente cambiare il mondo.

Alcune sono geniali, altre un po' pazze, ma il solo fatto che vengano significa che esiste ancora qualche cervello attivo nei paraggi, non ancora sopito in stand by.

In genere l'estate la passo sotto l'ombrellone, nel senso specifico del termine, chiudendo per un mese i contatti col mondo intero, sia esso virtuale o in carne ed ossa...

Ma l'arrivo di Adrian, quest'anno mi tiene in casa, alla spasmodica ricerca di qualcosa di interessante da fare.

La prima di queste è stata leggere un romanzo proprio carino.

"Narrando Viaggiando" è la storia di un gruppo di amici con tre giorni liberi da dedicare ad un viaggio senza meta. Da sfondo le Arti Marziali ed i meravigliosi anni 80...

La penna ispirata di Simone Cherchini regala ore di divertimento, spunti di riflessione, un pizzico di nostalgia e tanta, tanta voglia di partire!

QUI trovate la pagina ufficiale del libro, che potete ordinare direttamente online.

La seconda è QUESTA.

Che ormai in giro si vedano più iPhone che Skateboard, più iPad che Flipper è un dato di fatto.

L'idea di metterci su un app con le tecniche di Aikido è invece cosa nuova.

iBudokan è una sorta di memorandum di tecniche tradizionali,eseguite da Miles Kessler, che è un ottimo 5th dan, responsabile del gruppo di Tel Aviv, riprese da varie angolazioni e raggruppate in maniera organica e sistematica in 6 parti di cui una gratuita che consiglio a tutti di provare.

Fatemi sapere....

19 agosto 2011

Blob blob blob.......

Una serie di pietanze bollono in pentola per la prossima stagione.

Aggettivi come "succulente", "saporite" o "prelibate" sono poco più che meri, sbiaditi eufemismi, credetemi.

"Bombe Atomiche", renderebbe meglio l'idea, ma siccome brillo di umiltà e morigeratezza non le definirò in questo modo.

Lascerò a voi il piacere di farlo....;)

Purtroppo non posso anticiparvi proprio nulla a riguardo.
Ma su una di queste, in gran segreto, senza dirlo in giro o condividerlo su Facebook, mi lascio scappare un'immagine.

E giurerò davanti a chiunque di averla postata senza volerlo! ;)

A presto, gente.

E portatevi gli elmetti!




17 agosto 2011

Scream, Mandela ed i Guerrieri della Pace

Una delle cose che più mi spaventano al giorno d'oggi sono i telegiornali.
Per quanto mi sforzi di immaginare il peggio, riescono sempre a cogliermi di sorpresa ed a raccontarmi storie di vita vissuta che farebbero impallidire Lovecraft e Stephen King.

Abbronzati a ferragosto.

Storie di una crudezza e di un'aggressività che definire disumane sarebbe un complimento troppo grande per l'umanità.

Diciamoci la verità.

Siamo tutti spaventati dalla violenza.
Chi più chi meno, siamo comunque influenzati dal fatto che essa esista, viva nel quotidiano e che un giorno o l'altro possa comporre il nostro numero di telefono.





Ci prepariamo ad essa costantemente: cerchiamo di evitare che  ci trovi o, per lo meno, che  ci trovi impreparati.

Facciamo soldi per comprare i nostri aguzzini, allacciamo rapporti per poter chiedere il favore di essere risparmiati e ci addestriamo fisicamente e mentalmente per contrastare il predatore.

A volte, molto più semplicemente, acquistiamo armi da fuoco per sentirci al sicuro...





Ma vi farò una rivelazione: ogni volta che tentiamo di scacciarla, è lì che la violenza ha già vinto.
Perché essa si nutre di paura, di omertà, di ossessioni e di fobie.

I soldi, le conoscenze e le armi da fuoco, non bastano mai.
Iniziamo a nascondere i conti correnti, a diffidare dell'amico ed a cercare pistole più grandi.





C'è un solo modo di fermare la violenza.
Ed è perdonare.

La coscienza della possibilità del perdono minimizza le possibilità di danno.
E minimizza la paura.

Ma cosa vuol dire "perdonare"?
Una vittima brutalizzata da un carnefice può perdonare?
Non ne sono convinto.

Una vittima che un giorno si trova dal lato giusto del fucile e che vede nel mirino il proprio carnefice, può perdonare.

Mai sentito parlare di Nelson Mandela?




Chi è costretto a subire, perché non ha modo di difendersi, non è pacifico né gravido di perdono.

E' impotente.

Colui che ha una spada e non la estrae, che ha il nemico nel mirino e non preme il grilletto, che ha il collo del proprio aggressore tra le mani e non lo spezza, può veramente definirsi un uomo di pace, secondo me.

Per fermare la violenza dobbiamo conoscerla, dobbiamo smettere di temerla e dobbiamo potercene servire.
E, invece, decidere di perdonare...



Morihei parlava di "Guerrieri della Pace".
Un controsenso in termini, direte voi.
L'unica realistica alternativa alla violenza, dico io.

Quando qualcuno viene a sapere che studiamo Aikido, in genere dice "Allora meglio starvi lontano!Meglio non litigare mai con voi".

Sbagli, caro avventore.

E' proprio con noi che puoi provare a litigare.
Perché non solo non ci lasceremo distruggere dalla tua aggressività.
Non lasceremo neanche che essa distrugga te stesso.






Q U I potete trovare qualche pensiero sulla pace scritto da chi ha davvero qualcosa da dire: Dalai Lama, Sant'Agostino,Giovanni Paolo II e O Sensei (Mica il solito Tonino il parcheggiatore e famiglia!)

6 agosto 2011

L'Armonia, la Ghigliottina ed il Succo di Frutta

Una delle cose che mi hanno sempre  affascinato dell'Aikido è l'idea di mescolare insieme tecniche di combattimento e ricerca dell'armonia.

Un po' come il succo ACE, con arance e carote, che,quando uscì, mi sembrò accoppiato per colore più che per sapore...



Col tempo, mi sono accorto che questo strano mix ha in qualche modo incuriosito tutti coloro che si sono avvicinati alla disciplina e che per anni hanno continuato a chiedersi in quali parti fosse giusto mescolare questo cocktail, per ottenere il sapore sperato.

Molti di loro, ammettiamolo senza ritegno, brancolano tuttora nel buio degli aromi...

Molti altri, perché l'armonia aleggiasse nel combattimento, hanno preferito inibire la combattività, correggendo i loro uke troppo vigorosi con esclamazioni barzotte del tipo "Va piano: TI DEVI ARMONIZZARE!"




Ora, diciamocela tutta.
Se mi voglio armonizzare con qualcuno, di solito, lo invito a prendere un caffè, non lo attacco Shomenuchi!

Ma vi immaginate il capo che ci chiede maggior coesione nel lavoro di equipe, e noi che spariamo Tsuki contro i nostri colleghi???




Su, un piccolo sforzo!

L'errore più comune è tradurre un termine o un movimento di pensiero senza calarlo nel suo contesto storico-culturale.

La Ghigliottina, per esempio.
Ai nostri occhi un impietoso strumento di tortura, che al solo immaginarlo ci rizza tutti i peletti alla base del collo...
In realtà una pietosa, rapida e quasi indolore alternativa al Boia con l'ascia!

"AiKi" Vuol dire Equilibrio delle forze.
Incredibile, vero?

La radice del termine Aikido può essere tradotta senza nominare l'idea di Armonia!

E c'è di più: questo termine esiste da molto prima che fosse definito l'Aikido stesso.
Intendeva il muoversi entrando nel ritmo dell'avversario.







Che cavolo stai dicendo Willis?

Esattamente quello che ho detto.

Gli antichi Samurai, che per lavoro squartavano il prossimo, a volte anche solo per testare la propria spada ( comportamento decisamente poco armonioso!) parlavano di Aiki intendendo una strategia guerriera ben definita.

Precisamente, parlavano di tre stadi nell'apprendimento.

IGNORANZA, quando non si conosce nessuna tecnica o strategia e si combatte in maniera caotica, ma comunque spontanea.
CONOSCENZA, quando le tecniche e le strategie sono tutte presenti nella mente del praticante al punto da   confonderlo e da renderlo macchinoso.
ESSENZA, quando tutto il rumore mentale sparisce e semplicemente ci si muove con l'avversario, lasciando che il nostro corpo segua i movimenti degli attacchi.

"Espanditi quando si contrae e contraiti quando lui si espande" scrive Yagyu, "Senza pensiero, armonizza il tuo ritmo col suo!"




Che il ritmo fosse concorde o discorde, si parla comunque di Armonia.

Facendo ciò che serve, senza un grammo di meno, senza un cm in più.
Come un artista che disegna un serpente.
E poi lo guarda e gli sembra troppo poco, rispetto a ciò che sa disegnare...
e ci mette due gambe!


Il troppo storpia. E da storpi si fa troppo poco.

Io credo che Armonia significhi fare la propria parte.
Senza impigrire il nostro spirito, facendo meno del dovuto e senza gonfiare il nostro Ego, facendo più di quello che serve.




Nella tecnica, come nel mondo.
In relazione ad un attacco ma anche alle contingenze del quotidiano.

Questo, ammesso che prima abbiamo capito qual'è il nostro ruolo, qual'è la nostra parte nel tutto!

Vi faccio un esempio pratico.

L'Aikido è una disciplina non sportiva.
Questo non significa soltanto che non si pratica per categorie e che sono ammessi praticanti di tutte le età.

Significa soprattutto che è una disciplina che non è tesa a formare un campione.




Ognuno di noi è un campione a sé.

Ognuno di noi ha un solo avversario, il sé stesso di ieri, ed un solo modello, il sé stesso di domani.

Un handicap, come un dolore articolare o una preoccupazione sul lavoro, sono un problema in gara.

Noi non gareggiamo.

Quello che nello sport è un problema, in Aikido è allenamento.
Non sto dicendo che ci dobbiamo allenare nonostante il problema, attenzione!
Sto dicendo che il problema stesso E' l'allenamento!




Armonia è allenarsi col partner irritante, allenarsi con quello più forte di noi e con quello più debole, sempre nel rispetto delle loro e delle nostre possibilità, ma dando ogni volta il nostro massimo, che non è uno standard, ma semplicemente la scelta di essere COMPLETAMENTE il momento che stiamo vivendo.

Armonia, PER ME,  è comprendere la propria identità e viverla senza riserve, bilanciando le nostre forze con quelle di chi ci circonda ed adattando il nostro lavoro alle contingenze istante per istante.

Buone vacanze, e che il vostro Ki non si spelli troppo al Sole!


Emblema di Armonia con la difficoltà è il personaggio di Itto Ogami, che affronta un viaggio verso la vendetta con il figlio di tre anni al seguito, che, insieme al suo carrozzino dalle mille risorse, diventa un aiuto indispensabile nelle battaglie più disperate.


1 agosto 2011

Il mondo intero proprio....

Quando si pensa al mondo dell'Aikido, si immaginano sempre sadomasochisti in keikogi ed hakama desiderosi di soffrire e sudare in nome di qualcosa di spirituale...

Ma in realtà non è sempre così.
L'Aikido abbraccia una schiera numerosa di praticanti, alcuni dei quali perfettamente corrispondenti alla descrizione fatta, e una ancor più numerosa schiera di persone che, sebbene affascinate dalla pratica, sebbene addentro all'etica aikidoistica o alle sue tradizioni, non salgono materialmente sul tatami a praticare.

Condividono con noi viaggi, pizze, video e scritti.
Addirittura spesso e volentieri assistono con attenzione ed interesse alle nostre lezioni e ci supportano moralmente, organizzativamente e fisicamente, e senza di loro la nostra pratica non sarebbe la stessa!

Penso alla mia Raffaella, che conosce più aikidoka di me e che mi aspetta ad ogni stage a bordo tatami con tanto di succhi di frutta ed asciugamano.

O a Genny, che ho beccato a correggere, da fuori al tatami un principiante, sulle cadute, senza mai averne fatta una.
Tra parentesi, lo correggeva perfettamente, ed oggi quel principiante cade benissimo.

E tra questi, il mitico Arnaldo, dallo humor anglosassone e con la battuta sempre pronta.

Questo è un omaggio che ci fa sul suo blog.
Non ne traspare solo un affetto profondo, ma anche una passione ed un approfondimento della disciplina, non formale, ma negli intenti e nello spirito.