12 ottobre 2012

Il Principiante, Cupido e la Cenetta Romantica

Recentemente guardavo un pò l'atteggiamento degli insegnanti verso i nuovi iscritti e facevo qualhe considerazione.
Sapete che c'è?
Mi pare che si dia troppo per scontato che la gente si iscriva ai nostri corsi perchè ami l'Aikido.
Credo che, tutto sommato, questo sia veramente un grosso equivoco...

Chi viene da noi crede di trovare qualcosa che non ha trovato altrove.
Ha un'idea di ciò che vuole, la cerca in giro e resta deluso.
Ed alla fine, crede che in qualche modo noi possiamo colmare quel bisogno.

Come quando vedi una tipa per strada e pensi "Eccola, è LEI!"





Non la conosci, non sai chi sia, dove abiti e cosa faccia.
Non sai nemmeno il suo nome, a volte.
Ma il tuo inconscio ha già girato mezzo colossal, a riguardo.

Quindi la guardi e sai una sola cosa, per certo.
"La tipa mi intriga!"
Ti intriga, mica la ami!

Ti stuzzica, vuoi parlarci, telefonarle, messaggiarla su facebook, provocarla un pò, uscirci, andarci a letto e magari ricominciare a messaggiarla.

Ma se ti chiedesse di sposarti alla prima uscita cosa faresti??
Se invece di darti il suo numero di telefono, ti chiedesse di andare a casa sua a parlare col suo babbo, cosa le risponderesti??






Certo, i nostri nonni facevano così,un tempo.
UN TEMPO!

Oggigiorno magari vorremmo fare tutte queste cose da "fidanzati", come andare a pranzo dai suoi o accompagnarla ad una cerimonia di famiglia, ma magari anche no!

Non possiamo saperlo da subito.
Dobbiamo conoscerla un pò sotto tutti i punti di vista, di mattina, di pomeriggio, di sera, a tavola, a letto, al cinema.
Vogliamo farci l'amore, vogliamo partire insieme...

Insomma: vogliamo conoscerla completamente, ad un primo stadio.

Un primo, badate bene, perchè scordatevi da ora che quello stadio sarà uguale a quello dell'ultima metamorfosi.




Scordatevi che una settimana a Sharm possa farvi capire cosa significherà abitare insieme un bilocale di periferia per tutta la vita.

Ma per amarla dobbiamo conoscerla completamente almeno ad un livello superficiale.

Quando decideremo che ella sarà la nostra compagna, che percorreremo insieme tutta la strada, ricominceremo a conoscerla daccapo in un nuovo contesto di 24 ore al giorno.

Il nostro ruolo è un pò questo.

Essere un pò Cupido tra il principiante e la disciplina.





Fargli conoscere l'Aikido completamente e lasciare che sbocci la scintilla dell'amore.
Proporgli delle esperienze tramite la pratica, lasciare che provi delle sensazioni, che ascolti il proprio cuore mentre esegue degli esercizi, mentre entra in contatto con i compagni.

Non rimpizzargli la testa di dettagli su come gestire ogni parte del suo corpo per fare una tecnica efficacemente.

Presentargli il cammino, mostrargli gli obiettivi, guidarlo attraverso un viaggio emozionale.
E guardarlo crescere aspettando che nasca l'Amore.
Se non nascerà, pazienza.
Ma credo che ad ogni modo conserverà un ricordo piacevole di quel periodo.
In giapponese "Genitore" si scrive con un ideogramma che indica il guardare una pianta che cresce.
Guardare...non far crescere con la forza.
Il Sensei, secondo me, è un pò genitore dell'aikidoka che va nascendo nel cuore del principiante...

Lo so...
All'inizio il suo Ikkyo non sarà perfetto.
E allora? Chi se ne frega!!!


Sarà perfetto il ritratto che farà di noi il nostro bambino e che esporremo orgogliosi sul frigorifero??
Sarà perfetta la cenetta preparata da lei la sera in cui i genitori sono fuori casa?
Farà cagare, lo sappiamo tutti.

Eppure quella serata la ricorderemo per sempre, come una delle più belle della nostra vita...








1 commento:

  1. Semplicemente complicato,come la vita come l'amore praticare un arte marziale solo sul tadami è l'antitesi della stessa.Viverla nella quotidianità e fare propri tutti i suio principi,permette al praticante di sentirsi sempre pronto ad una semplice cosa: vivere
    Mario

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