17 maggio 2011

Gunny, i Teletubbies e Magilla Gorilla

Quando di solito la gente parla di Arti Marziali, nove volte su dieci sta parlando di qualcos'altro.
Alcuni si riferiscono a pratiche New Age, per Kharma ed il Respiro dell'Universo, alludendo a gente medio borghese vestita coi camicioni di lino stirati, con tanto di rossetto ed acconciature, che al primo livido chiamano i carabinieri...Una specie di Teletubbies dello zen.

Altri parlano,schiuma alla bocca, di Sport da Ring, più o meno estremi, che richiedono all'uomo comune di trasformarsi in una sorta di Magilla Gorilla Nehandertaliano, convinti di rivivere nella gara le emozioni della battaglia...
In battaglia non sai QUANDO combatterai. Non sai CONTRO chi nè contro QUANTI avversari. Non sai per certo che non saranno armati, che non si vendicheranno sulla tua famiglia, che nella peggiore delle ipotesi, un arbitro fermerà lo scontro.......
Decisamente no. Lo Sport, per quanto tosto, non ha niente a che vedere con l'Arte Marziale.

Molti si riempiono la bocca di paroloni. Termini come "Struttura", "Sensibilizzazione", "Mobilità" o "Efficienza". E poi si accordano in anticipo con il compagno su come vogliono essere attaccati, da che lato, come vogliono difendersi e come deve rispondere uke alla difesa...

"Coreografia", è il termine giusto.

Qualcosa che ha più attinenza con il ballo che con l'Arte Marziale.
Badate, non parlo di Ballo in accezione negativa, sia chiaro.
Un ballerino medio è più coordinato, resistente e forte fisicamente di me, per dire.
Ma provate ad attaccarlo a sorpresa....
"Perlomeno sanguina", parafrasando un mio caro amico.

E quindi, direte voi?
Non lo so, rispondo, come sempre, io.
Voi a quale di queste categorie appartenete?

Io a nessuna delle tre.
 Per quanto mi riguarda credo che "Marziale" si riferisca ad un'area inerente alla battaglia. Nelle sue sfumature più crude, in verità: quelle in cui non esistono vincitori o vinti, ma solo morti e sopravvissuti.
In gioco non ci sono onori e medaglie, ma vita o morte. E di fronte alla morte, non ci sono regole da rispettare, si sa....anche se in gioco c'è la vita e la morte del nostro Ego, più che della nostra persona fisica.

E come si associa una cosa così all'"Arte"?
Nella mia visione si riferisce alla possibilità di utilizzare gli strumenti a disposizione in maniera creativa, pratica ed utilitaristica, se vogliamo, per risolvere una situazione ogni volta "unica", nei suoi parametri e nelle sue variabili, e "sopravviere" al momento.

Proviamo a fondere le due definizioni ed a semplificare:
cosa contraddistingue un'Arte Marziale da tutto il resto?
Il fine è sopravvivere al proprio ego, il mezzo è il proprio corpo, le armi sono i principi e la strategia è creata attimo per attimo in base alle opportunità.

Come direbbe il buon vecchio Gunny : "Improvvisare, Adattarsi e Raggiungere lo scopo!"

5 commenti:

  1. Giustissimo quello che dici circa le persone che credono di allenare mente e corpo ad una battaglia e in realtà fanno di tutto per ridurre al minimo il contesto vero della stessa. E' difficilissimo riuscire a ricreare la tensione e lo stress emotivo e psicologico che ti immobilizzano, perché la paura c'è e ci sarà sempre, per imparare a gestire prima di tutto se stessi e poi la situazione.

    Riflettevo anche sul quando entrare in azione: quando è giusto considerarsi davvero minacciati al punto di usare ciò che si è appreso nel dojo?

    Grazie mille Maestro
    Ale

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  2. Ciao Alex! Meno male che ci sei tu che commenti di tanto in tanto!
    Dal mio punto di vista non si può "usare" una conoscenza marziale. Nel senso che non se ne può fare una questione di utilizzo.
    L'utilizzo implica la scelta e la consapevolezza "mentale" di stare facendo qualcosa di specifico.
    L'addestramento dovrebbe bypassare questo stadio, ed agire sull'area dell'"essere".
    Più o meno come la nozione di equilibrio. Quando usi i piedi in modo da recuperare l'equilibrio e non cadere a terra, quando inciampi?
    Praticamente mai...SE inciampi, il tuo inconscio fa tutto da solo. La mente contempla un risultato fatto e finito.
    La difesa personale dovrebbe essere allo stesso modo istintiva, immediata e spontanea. Così che il corpo ed il tuo istinto di sopravvivenza sappiano esattamente cosa fare, se e quando farlo...
    Per quanto, ad ogni modo, la miglior difesa personale è quella preventiva. Non cadere in una situazione dalla quale si può uscire solo rischiando la pelle è sempre molto meglio...

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  3. Illuminante la tua risposta, come sempre del resto ;)

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  4. Ciao Fabio,
    volevo complimentarmi per il post ed aggiungere uno spunto da una cosa che avevo scritto tempo fa:
    http://www.aikidoromaeur.it/2010/12/il-selvaggio-inferocito/

    Carlo Cocorullo

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  5. Grazie Carlo! Ho trovato il post molto simpatico!Consiglio a tutti di darci un'occhiata! ^__^

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