Qualche domanda di quelle che capitano di sovente.
Le risposte sono serie, ma con un lieve tocco di ironia.
Se avete da aggiungere, commentate che aggiorniamo!
"L'Aikido funziona se ci aggrediscono per strada?"
Nulla funziona. Nemmeno una pistola, quando ti beccano all'improvviso. Nonostante questa premessa, l'Aikido può tornare utile in una rissa in vari momenti: mantenendo i sensi vigili PRIMA di arrivare alle mani, reagendo in maniera rapida ed istintiva DURANTE, fosse anche solo per schivare un cazzotto, e donandoti un po' di fiato per fuggire, DOPO. Tutto dipende da come ti alleni.
Ovviamente se non vuoi sudare un po',essere costante negli allenamenti e farti sbatacchiare qua e là di tanto in tanto, non puoi pensare che la tua pratica abbia qualche attinenza con la lotta.
"L'Aikido è una filosofia?"
L'Aikido è una strada per l'autoconoscenza. Significa che è roba che bene o male porta a riflettere. Per chi non è abituato o non ha la dotazione adatta, già solo questo è filosofia.
"Ci si fa male in Aikido?"
Normalmente no. Se non si considera dolore un pò di acido lattico, qualche dolenzia tendinea qua e là, e qualche lividura sugli avambracci.
"L'Aikido è un'arte di difesa o di attacco?"
Pasta e fagioli è carboidrato o proteina?
Una canzone è musica o testo?
L'Aikido è difesa ED attacco. Molto spesso fuse in un unico movimento.
"L'Aikido usa leve articolari?"
Il corpo si muove tramite catene di leve articolari.
Dunque tutto ciò che è azione avviene tramite leve.
Nel linguaggio comune, si parla di leva intendendo tecniche controarticolari.
L'Aikido non ne usa.
Utilizza disequilibri e controllo del centro.
"Nell'Aikido si impara a difendersi contro avversari armati ed attacchi multipli! E' la migliore arte marziale del mondo!???"
Nell'Aikido ci sono esercizi con più compagni ed altri con attrezzi da allenamento che simulano bastoni e coltelli.
Servono a prendere una consapevolezza specifica del controllo della tempistica e delle distanze.
Non esiste un'arte marziale migliore di un'altra.
E nulla potrà renderti un superuomo.
"L'Aikido è una disciplina testosteronica o possono partecipare anche le donne?"
L'Aikido è per tutti. E, che ci crediate o meno, esalta la femminilità, non la ingoffisce come si vede altrove.
"Posso fare il figo con le ragazze sul tappeto, quando divento cintura nera?"
Solo finchè il tuo insegnante non se ne accorge.
Dopo non sarà più così divertente.
"Perché ci sono varie scuole di Aikido?"
L'Aikido è un'arte. Ogni essere umano ha la sua espressione peculiare dell'arte. Che non vuol dire che fa quel cazzo che gli pare, ma solo che il suo fisico, la sua sensibilità,le sue esperienze e quello che cerca nella pratica caratterizzano il suo modo di farlo.
Gli allievi del Fondatore in alcuni casi svilupparono caratterizzazioni così marcate nella visione tecnica, ed ancor di più nelle scelte didattiche, da dare vita a correnti ben specifiche, che per ragioni politiche hanno dovuto aggiungere un aggettivo al nome "Aikido".
"L'Aikikai di Italia, o di Spagna o del Belgio, sono filiali dell'Aikikai di Tokyo nelle nazioni straniere?"
Nemmeno per il ceppo. Sono associazioni o enti costituiti secondo le leggi locali, che tramite il rapporto con questo o quello shihan, danno la possibilità ai propri iscritti di un riconoscimento di gradi dall'Aikikai di Tokyo.
Come se fossi andato lì a prenderlo in Giappone, seguendo le lezioni lì ogni giorno ed allenandoti con i futuri professionisti dagli occhi a mandorla.
Così c'è scritto sul diplomino.
Ma in realtà non ci sei andato.
E lo sanno tutti.
Esiste un Aikido "regolare" ed un Aikido "tarocco"?
No. Esiste l'Aikido, punto.
Ed esistono insegnanti che hann studiato, che in genere sono quelli che continuano a farlo, e gente, che si fa chiamare "maestro", che non lo ha fatto, che sicuramente non inizierà ora.
Esiste un Aikido "Tradizionale"?
No.
Il Fondatore ha mostrato cosa fosse per lui l'Aikido ed in cosa si differenziasse dai suoi progenitori, l'Aikijujutsu ed il Kenjutsu, definendolo in base all'attitudine del praticante e non in base ad un programma tecnico.
Che non ha MAI dato.
I suoi allievi ne hanno creati diversi per poter definire un percorso di allenamento.
Ma che nascono già in un secondo momento e dunque non sono né tradizionali né immutabili.
"Quale maestro scegliere?"
Quello che ci sembra più chiaro quando spiega, quello che ci fa sentire più a nostro agio e quello che ha un rapporto alla pari con i suoi allievi.
Lo stile è una scelta di gusto. Non ce n'è uno migliore in assoluto.
Il grado vuol dire poco o niente. Spesso solo gli anni trascorsi iscrivendosi regolarmente presso il proprio ente. Poco a che vedere con l'abilità nel fare e niente del tutto con la qualità nell'insegnare.
Ma soprattutto stai lontano da chi dice che gli altri sono incapaci, eretici e fallaci, da chi vuole asservirti, sottometterti con la scusa del "rispetto", da chi ti chiude gli occhi e la bocca zittendo le tue domande e da chi chiude le porte e non ti permette di confrontarti con l'esterno.
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