31 agosto 2012

Il neonato, l'ingaggio e la vita felice

Se io vi chiamassi di colpo e vi lanciassi all'improvviso un bicchierino di plastica, molto probabilmente lo lascereste cadere a terra.
Anche un po' incazzati, se vogliamo...soprattutto se il bicchierino fosse stato usato e gocciolante...

Ma cosa cambierebbe se invece del bicchierino, vi lanciassi il vostro smartphone di ultima generazione, con  dentro tutte le foto della vacanza, tutti i messaggi amorosi e 200 euro di suonerie scaricate?





Sicuramente vi incazzereste molto, MOLTO di più.
Ma sono altrettanto sicuro che vi lancereste alla stregua di Pumpido all'incrocio dei pali, per afferrarlo prima del disastro, magari atterrando al suolo dopo un doppio tuffo carpiato, con tanto di ukemi alla Parkour.






E cosa fareste se vi lanciassi un neonato?

Prima di chiamare la Neuro, intendevo...

Ecco, questo è il concetto di "Ingaggio".

Ogni volta che compiamo un gesto, "ingaggiamo" una parte del nostro corpo e della nostra concentrazione.
Quanto più quel gesto conta per noi, tanto più siamo pronti ad ingaggiarci per portarlo a compimento.

Cambia poco rispetto al comprare, che ne so, un Computer nuovo.
Più tempo passo al pc, più cose ci faccio e più esse sono importanti per me e per il mio lavoro, più sono disposto a spendere nell'acquistarlo.

Esistono macchine da 300 euro, che permettono discretamente di leggere la mail e postare su facebook.
Ovvio che un grafico sarà disposto a spenderne 3000, per decimare il tempo di un rendering e metterci su una scheda grafica degna di Matrix.

E dunque,quanto saremmo disposti ad ingaggiare, di noi stessi, se in gioco ci fosse la nostra vita?




Se dovessimo tirare uno shomenuchi per salvarci la pelle, con quanta concentrazione e quanto "ingaggio" fisico, muscolare ed articolare lo faremmo?

Se dovessimo muoverci per evitare quello shomenuchi, sposteremmo solo la testa, o utilizzeremmo al meglio il busto, le anche e le gambe, flettendo bene le ginocchia e scattando come felini??



In Aikido questo è il senso della marzialità, secondo me.
Mettere in gioco la propria vita, in senso figurato, per ingaggiarsi al massimo, corpo e mente, in ciò che stiamo facendo.

In giapponese si dice "Emanare KI", o "Unificare corpo e mente".
Indica la presenza di spirito, il tempo dedicato ad una cosa, quanto mettiamo in gioco per portarla a compimento e quanto di noi stessi si riversa in quella cosa.


Più lavoriamo su un corpo mobile e funzionale, più "corpo" riusciamo ad ingaggiare in un'azione.

Più corpo ingaggiamo, più presenza mentale mettiamo in quel gesto.

E quando impariamo a mettere tutto noi stessi in ciò che facciamo, lo rendiamo veramente importante.

E rendere importante la nostra vita, mettendo corpo e mente in ciò che facciamo, è il primo passo verso un' esitenza piena e felice, consapevole di ogni attimo vissuto.



2 commenti:

  1. Sagge parole, Fabio. Metafore della vita che ci aiutano a riflettere su ciò che facciamo ogni giorno rapportato alla nostra pratica sul tatami.

    Il grande potere della concentrazione, legato all'intenzione e alla posta in palio, che spesso sfruttiamo in minima parte e talvolta "in estremis" quando in realtà dovrebbe essere indipendente da qualsiasi fattore esterno (ambiente, circostanze, persone) e interno (umore, condizione psico-fisica o altro). Grazie per lo spunto di riflessione all'apparenza banale ma in profondità assai utile per la pratica aikidoistica dentro e fuori dal dojo...

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    1. In effetti è proprio così. E spesso le cose all'apparenza più banali, si rivelano soprendenti!

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